Casoncelli, passione made in Bergamo
Il 13 maggio degustazioni, canti e balli

Bergamo ne è la patria indiscussa e fu il primo piatto di questo genere mai concepito. Il 13 maggio un convegno alla Borsa Merci e un percorso gastronomico in Città Alta: degustazioni, canti, balli e sfilate.

Le stesse vie che, esattamente 630 anni fa, ne decretarono la nascita ufficiale ospiteranno venerdì prossimo la grande festa popolare «De Casoncello. Storie di Bergamo e di Casoncelli», a cura di Promozione del Territorio e della Camera di Commercio.

Il riferimento storico che attesterebbe la paternità della pasta ripiena a Bergamo è il manoscritto redatto dal notaio Castello Castelli in data 13 maggio 1386. Quel giorno in Città Alta si tenne una gran festa, allietata da musiche, danze e naturalmente cibarie, offerte agli oltre duemila convenuti tra le mura. Tra queste figuravano anche «taglieri ricolmi di artibotuli, altrimenti detti casoncelli». Riportato alla memoria dall’appassionato gourmet Leonardo Bloch sulle colonne di «Affari di Gola», l’evento è stato studiato più approfonditamente da Silvia Tropea Montagnosi, esperta di storia della gastronomia nostrana, cui si deve la realizzazione del più completo dizionario della cucina bergamasca (edito da Bolis nel 2010).

«In realtà la prima citazione registrata è ancora precedente ed è datata 1366. Fanno quindi 650 anni tondi tondi proprio quest’anno. Da ciò si evince non solo che Bergamo è la patria indiscussa del casoncello, ma che il primato può essere rivendicato anche per quanto riguarda la tipologia delle paste ripiene, la cui apparizione, in altre testimonianze, risale al medesimo periodo del Medioevo. Molto prima naturalmente della comparsa di quello che è ritenuto il piatto simbolo di Bergamo, la polenta con le sue varianti, notoriamente arrivata secoli dopo in conseguenza dell’introduzione del mais. È quindi il casoncello il piatto più antico: questa manifestazione nasce con l’intento di dare il via a un’opera di promozione e valorizzazione che diventi un grande evento annuale».

Se ne parlerà nella mattinata del 13 maggio, a partire dalle 10, durante il convegno previsto alla Sala Mosaico della Borsa Merci nel centro della città. A confermare la tesi di Silvia Tropea Montagnosi interverranno studiosi ed esperti di storia medievale, in particolare il professor Massimo Montanari dell’Università di Bologna, che tratterà il tema «Le cento declinazioni della pasta ripiena», e il collega Alessandro Parenti, esperto glottologo dell’Università di Trento, con la relazione «Sull’origine del termine casonsei».

In collegamento video dal suo ristorante «Otto e Mezzo» di Hong Kong, porterà la sua esperienza Umberto Bombana, cuoco clusonese premiato (unico italiano all’estero) con le 3 stelle Michelin. A tutti i partecipanti verrà donato «De Casoncello», libro di storia e di ricette selezionate dall’autrice tra quelle che hanno segnato l’evoluzione gastronomica del piatto. La manifestazione si sposterà per la serata in Città Alta dove, in collaborazione con la Comunità delle Botteghe, prenderà vita lo «street-food » dedicato al casoncello. Guidati dai pannelli che ne ripercorreranno la storia in 11 tappe, i visitatori avranno l’opportunità di creare un percorso gastronomico «ad personam» approfittando dell’offerta dei locali che aprono i battenti lungo tutta la Corsarola. Ognuno secondo la propria ricetta, proporranno la degustazione dei casoncelli al costo di 4 euro per il piatto, che diventano 5 se servito in abbinamento a un calice di vino.

Ad allietare la serata canti, balli e sfilate di personaggi vestiti con gli abiti dell’epoca. Per l’occasione, dalle 19 fino a notte, saranno aperti per le visite gratuite alcuni tra i monumenti e i musei racchiusi tra le mura (Campanone compreso per una suggestiva visione dall’alto). E sotto i portici si potrà assistere all’esibizione di Giusy Guerinoni, la «sprinter» dei casoncelli: pare che riesca a chiuderne manualmente due in soli 3 secondi.

IL PROGRAMMA

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