La Caprese a Mozzo
40 anni di successi

Le coincidenze della vita. L’1 dicembre del 1975 – esattamente 40 anni fa – il giovane Bruno Federico, originario di Capri, arrivato al nord con la moglie Giuseppina, apriva per la prima volta al pubblico un suo ristorante: La Caprese alle Crocette di Mozzo, nei pressi di Bergamo.

L’1 dicembre 2004 nel cimitero monumentale di Bergamo venivano celebrati i funerali di Luigi Gino Veronelli, il primo grande scrittore italiano di enogastronomia. Bruno e Gino erano molto amici e insieme hanno degustato e commentato centinaia di vini e di piatti. Era giusto che l’1 dicembre 2015, alla “Caprese” di Mozzo (spostata di qualche centinaio di metri rispetto alla sede originaria) venisse ricordato tutto questo con una serata conviviale all’insegna dell’amicizia e di alcuni piatti che piacevano tanto a Veronelli. Così è stato fatto.

Pur nella sua riservatezza e modestia innata, Bruno Federico – spinto anche dalla figlia Antonella – non ha fatto passare sotto silenzio la ricorrenza. E come celebrarla? Per un ristorante di successo, da 40 anni sulla cresta dell’onda, con una schiera di clienti fidati, la celebrazione migliore non poteva essere che una cena con grandi piatti (tutti a base di tonno, che piaceva tanto a Veronelli) e di grandi vini come quelli di una grande Casa come Castello Banfi di Montalcino.

La storia de “La Caprese” di Mozzo va di pari passo con la crescita della ristorazione in provincia di Bergamo, dove oggi si contano numerosi locali di grande livello, insigniti anche del riconoscimento delle Stelle Michelin. Ebbene, la cucina di Bruno Federico e il suo locale di Mozzo hanno rappresentato per tanti giovani ristoratori un modello da imitare. Un modello anche nell’impegno associativo perché Bruno Federico, sommelier professionista, è stato delegato Ais di Bergamo per 10 anni nonché, ancora oggi, rappresentante dei ristoratori nell’Ascom-Fipe. E’ anche collaboratore di riviste, prima “Lombardia a Tavola” poi “Italia a Tavola”.

Esperto di pesce come pochi, mette nei suoi piatti la storia dei sapori isolani di Capri. Così, il tonno crudo è marinato in modo tale che ti rendi conto di non averlo mai assaggiato così gustoso e appagante. E che dire della “Ventresca di tonno con fagioli e pomodoro”? Un piatto sublime, così come i “Lumaconi di pasta di Gragnano con ragù di tonno”. E il vino? Ecco un altro punto a favore di Bruno: pesce e vino rosso possono benissimo abbinarsi. Se il pesce è cucinato in certo modo, il rosso è preferibile al bianco.

Come è successo con la ventresca di tonno e i lumaconi, abbinati a Bel Nero Rosso Toscano 2011 della blasonata Casa Castello di Banfi. Sul piatto successivo, dedicato a Veronelli, “Tonno con cipolle di Tropea e vino rosso”, sia nella preparazione che nell’abbinamento è stato usato il massimo possibile,il Brunello di Montalcino Poggio alle Mura di Casa Banfi, annata superba 2010. Per la nota azienda vitivinicola erano presenti l’area manager Roberto Duranti e l’agente di zona Mario Fumagalli. Una serata indimenticabile. Il brindisi finale con Brachetto d’Acqui Vigne Regali, brioso al punto giusto, che Castello Banfi produce nella sua Tenuta piemontese di Strevi.

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