La «Trattoria del Teatro»
una conferma per i buongustai

Se il proverbio vale per lo sport, “Squadra che vince non si cambia”, può valere anche nella ristorazione: “Menù che vince non si cambia”. Il proverbio è perfettamente rispettato, con piena soddisfazione, dai coniugi Adele e Tranquillo Viganò che da 48 anni gestiscono la Trattoria del Teatro, storico locale di Bergamo Alta, tempio della tradizione culinaria bergamasca più ortodossa.

Se il proverbio vale per lo sport, “Squadra che vince non si cambia”, può valere anche nella ristorazione: “Menù che vince non si cambia”. Il proverbio è perfettamente rispettato, con piena soddisfazione, dai coniugi Adele e Tranquillo Viganò che da 48 anni gestiscono la Trattoria del Teatro, storico locale di Bergamo Alta, tempio della tradizione culinaria bergamasca più ortodossa.

Prima in via Colleoni (nei pressi dell’entrata al Teatro Sociale, di qui il nome del locale), poi, dal 1983, trasferimento nella attuale sede di piazza Mascheroni, ma per Adele e Tranquillo l’impostazione della cucina non è mai cambiata: cucina tipica bergamasca, con la polenta sempre sul fuoco e nel forno il capretto e il coniglio, mentre il brasato al Valcalepio rosso cuoce per ore sino a diventare tenerissimo.

Una controprova sulla validità e la costanza nel tempo della Trattoria del Teatro l’hanno voluta fare i soci del Club Buongustai Bergamo, guidati dall’avvocato Ernesto Tucci: alla fine hanno dovuto dare atto ai coniugi Viganò, oggi validamente aiutati in cucina dal figlio Enrico, di essere sempre all’altezza della situazione. Nella sua semplicità e nella ripetizione del menù proposto, la Trattoria del Teatro è diventata un porto gastronomico sicuro per bergamaschi e turisti.

Alla prova dei palati dei buongustai, l’esame è stato ben superato. Il menù: salame nostrano bergamasco (veramente nostrano…) con polenta, pancetta delle valli bergamasche, prosciutto crudo di Ardesio Cà del Botto (una piacevole e ormai affermata realtà della salumeria orobica). Quindi degli ottimi casoncelli alla bergamasca, seguiti da un foiolo in umido con verdurine che ha entusiasmato. Per le carni l’offerta è stata generosa (brasato, capretto al forno, coniglio al rosmarino), con l’aggiunta, per i più golosi, del baccalà mantecato alla veneziana. Piatti più che collaudati in anni di attività. Per dessert una torta di mele. Il vino, ovviamente bergamasco, è stato il buon Valcalepio Rosso Lyr 2009 di Eligio Magri, prodotto a Scanzorosciate.

Roberto Vitali

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