Il monte Whitney?
L'abbiamo mancato!

A volte la miglior cosa da fare è «rinunciare». Saper rinunciare non è facile per chi insegue costantemente «la conquista dell'inutile», ma è bene imparare.

Mount Whitney è un gigantesco e bellissimo picco granitico di 4.421 metri, la montagna piu' alta dei 48 Stati Uniti (USA meno Alaska). La sua cresta frastagliata si innalza al di sopra del caldo deserto Californiano. Quando siamo arrivati a Lone Pine, la piccola citta' ai piedi del Mount Whitney, eravamo onestamente stanchi di portarci i pesanti zaini su per la montagna, e cosi' abbiamo deciso di scalare il Mount Whitney in giornata percorrendo la via alpinistica lungo la cresta Nord sulla parete Est.

Ci siamo immediatamente resi conto che sarebbe stata una giornata lunghissima, dovendo salire piu' di 2.000 metri di dislivello dalla tenda alla vetta e con una sezione di arrampicata finale sopra i 4.000 metri. Ma la tentazione di scalare la montagna con zaini leggeri e senza tutta l'attrezzatura da bivacco e' stata troppo forte. Cosi' alle 5.15 del mattino seguente abbiamo cominciato a salire lungo la via alpinistica. Siamo arrivati al Lago Boyscout inferiore senza problemi, ma subito dopo ci siamo imbattuti nei primi ostacoli spendendo un sacco di tempo nel caotico ghiaione che porta al Lago Boyscout superiore. Il sentiero era marcato molto male.

Quando siamo finalmente arrivati al lago abbiamo notato un bel sentiero sulla sponda destra, su per la valle. Via, senza controllare appropriatamente la cartina, siamo saliti per circa 200 metri di dislivello prima di capire che qualcosa non tornava…dov'era il Mt Whitney? Eravamo finiti nella valle sbagliata! Cosi' siamo discesi di nuovo e trovata la strada giusta, su verso il Lago Iceberg. Quando ci siamo fermati al Lago Iceberg per bere e riposarci erano gia' le 11 del mattino e il sole cominciava ad essere incandescente.

Eravamo saliti gia' di 1.600 di dislivello includendo tutte le varianti, avevamo ancora 7-800 metri da scalare fino alla vetta e la maggior parte su terreno tecnico. La pressione barometrica era scesa a circa 700 Mb, il che indicava temporali in vista. Se tutto fosse andato liscio avremmo avuto altre 3 ore di salita – e considerando le condizioni della via sarebbero state piu' probabilmente 5! Eravamo tremendamente in ritardo ed eravamo consapevoli del rischio temporali. Ci siamo guardati negli occhi, consapevoli del rischio di un bivacco a 4.400 metri senza sacco a pelo, e ci siamo detti: “rinunciare non e' facile, ma questa volta dobbiamo imparare a farlo”.

E gli eventi delle ore successive ci hanno dato ragione. Una tempesta di tuoni e fulmini si e' abbattuta sulla vetta a lungo prima che il cielo si rasserenasse di nuovo. Sicuramente ci avrebbe colto proprio durante la scalata della parte piu' tecnica ponendoci in serio pericolo. Il fiuto, l'esperienza e un po' di fortuna ci hanno aiutato. Non ci resta che dire “Arrivederci Mount Whitney”. Non sara' l'ultima montagna da scalare e non sara' nemmeno l'ultima alla quale dover rinunciare.

Ora, dopo aver visitato lo splendido parco Nazionale dello Yosemite, siamo diretti in Messico, sperando che la stagione delle piogge ci permetta di scalare il Picco Orizaba.
Alla prossima,

Marco Ponti

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