Messico e nuvole
Storia e cucina

Messico e nuvole! Dopo le montagne canadesi e statunitensi ci stiamo godendo il caldo e il mare del Messico, Nazione caratterizzata da una storia antica, da una ricca cucina, da una natura incontaminata e da un cielo terso ricco di nuvole, proprio come dice la canzone di Paolo Conte.

Messico e nuvole! Dopo le montagne canadesi e statunitensi ci stiamo godendo il caldo e il mare del Messico, Nazione caratterizzata da una storia antica, da una ricca cucina, da una natura incontaminata e da un cielo terso ricco di nuvole, proprio come dice la canzone di Paolo Conte.

Dopo una prima settimana di viaggio sulla costa selvaggia dell'Oceano Pacifico abbiamo guidato nel cuore rivoluzionario del Messico, fino ai 2000 metri di altitudine della città di San Cristóbal de las Casas nella provincia del Chiapas, vicino al confine con il Guatemala.

La città è stata fondata dagli spagnoli nel 1528 e l'architettura coloniale ispanica è preservata nel centro storico con le sue chiese e cattedrali, con le sue strade di pietra di fiume e le case basse dai tetti di tegole rosse. San Cristóbal de las Casas è stata nel passato la base principale dalla quale i più famosi archeologi sono partiti per l'esplorazione di uno dei piu' importanti siti Maya, Palenque.

Interessante è stata la visita della Casa Na Bolom, fondata dall'archeologo danese Frans Blom e da sua moglie svizzero-tedesca, fotografa Gertrude Blom. Frans Blom è stato uno dei primi ad esplorare Palenque, uno dei più importanti siti di resti Maya a circa 150 km di San Christobal e Gertrude Blom è stata colei che ha fotografato i Laconda Maya, gli unici Maya che non sono mai stati conquistati dagli spagnoli.

Le fotografie in bianco e nero sono esposte nella Casa Na Bolom insieme alla collezione privata di oggetti Maya appartenenti alla coppia. Le foto sono fantastiche, alcune delle quali si possono ammirare sul seguente sito: http://www.flickr.com/photos/trudiblom . Anche noi, come Frans e Gertrude Blom, siamo partiti da San Cristobal per scoprire la storia di Palenque.

Arrivati, ci siamo istallati in un bellissimo campeggio ai confini della giungla. Abbiamo potuto ascoltare i forti versi delle scimmie urlanti, di numerosi uccelli e cicale. Annualmente qui cadono piu' di 2 metri di pioggia e nella notte ne abbiamo avuto la conferma…. La nostra prima esperienza con una tempesta tropicale!

Al mattino presto abbiamo cominciato la visita dei resti Maya nel sito di Palenque, che sono stati datati dagli esperti intorno al 200 A.C. Dopo che il sito è stato abbandonato, intorno al 1100 D.C., i bellisssimi ed enormi mausolei, templi e palazzi sono stati assorbiti dalla fitta giungla fino a quando sono stati riscoperti da un esploratore messicano nel 1773.

Gli scavi del sito sono iniziati solo intorno al 1950 e ancora oggi si stima che solo il 2-5% degli edifici sia stato riportato alla luce. Il sito principale è stato ristrutturato ed è un eccellente esempio dell'architettura Maya. Ugualmente interessanti sono alcune delle rovine nelle aree periferiche, ancora avvolte dalla giungla. Attaccato al sito c'è un piccolo e caldissimo museo con alcune interessanti esibizioni delle scoperte effettuate nel sito.

Dopo una giornata dedicata alla civiltà Maya ci siamo regalati un'altra delle innumerevoli cene a base di prelibatezze messicane: Tacos, Empanadas, Panuchos e Salbutes. Tutti piatti a base di tortillas di mais, avocado, cipolla, pesce o carne di vacca o pollo, cucinati in maniera differente. Niente a che vedere con la cucina messicana che siamo abituati a provare nei ristoranti in Italia.

Ora stiamo attraversando lo Yucatan, a Sud del paese, diretti verso il Belize e il Guatemala. Molto caldo, distese di giungla, spiaggie dalla sabbia come polvere, mare e cielo blu intenso e... qualche nuvola! Sfortunatamente il Pico de Orizaba (5.636 metri) che avevamo intenzione di scalare non è in condizioni ottimali. Qui è stagione delle pioggie e oltre i 4.000 metri continuano a scendere 50 cm di neve fresca al giorno. Arrivederci anche al Pico de Orizaba.

Marco Ponti

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Eco di Bergamo La tappa in Messico