I baffi del gatto
non sono un vezzo

Quando si decide di adottare un gatto, i più zelanti cercano di informarsi sulle abitudini e sulle caratteristiche del nuovo inquilino: l'alimentazione più indicata, la lettiera migliore, il significato delle fusa o il linguaggio della coda. Ma sono pochi quelli che al capitolo «baffi» si soffermano, convinti che ci sia poco da sapere e perché considerati una parte (sicuramente più scenografica) del corpo del micio.

Ma non è proprio così. Le vibrisse, questo il vero nome dei «baffi» del gatto, non sono un vezzo, ma rappresentano dei veri e propri organi di senso, ricchi di cellule nervose, che permettono all'animale di esplorare il mondo circostante. Solitamente ogni micio possiede 24 vibrisse, dodici per lato, sistemate in quattro file orizzontali, i cui movimenti sono indipendenti l'una dall'altra; ma ne ospita anche delle altre, più corte e di cui molti padroni ignorano l'esistenza, sulle arcate sopraccigliari, sul petto e dietro le zampe anteriori.

Più o meno lunghe, flessibili e due volte più spesse di qualsiasi altro pelo presente sul corpo, le vibrisse fungono sempre da recettori tattili, indispensabili per orientarsi nell'ambiente e per percepirne i pericoli. Come un radar di ultimissima generazione segnalano al gatto la posizione di tutto ciò che lo circonda e gli permettono di evitare eventuali ostacoli con facilità, soprattutto di notte o in locali piuttosto bui; e ancora forniscono informazioni sull'eventuale presenza di altri esseri viventi nelle vicinanze, tramite la percezione degli spostamenti d'aria da essi provocati e quella della loro temperatura.

E se il nostro micio dovesse perdere le vibrisse anche solo per errore (i gatti curiosi con i baffi bruciacchiati dalle candele di casa, ne sanno qualcosa), a seconda dell'entità del danno, sarebbe impacciato nei movimenti e più insicuro, perché impossibilitato a valutare in modo corretto il mondo intorno a lui.

Fortunatamente le vibrisse ricrescono, anzi naturalmente cadono e crescono da sole e quindi non c'è da spaventarsi se troviamo un «baffo» per terra o se capita qualche incidente domestico. E la credenza popolare che il gatto diventa «stupida» se gli si tagliano i baffi? E' subito da sfatare: lo stupido è chi glieli taglia. E sono sicuro che non potrete dire il contrario. Un saluto affettuoso ai vostri amici con la coda.

Marco Bergamaschi

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