Scimmia cappuccino?
No grazie

La moda degli animali «non convenzionali» sembra non conoscere battute d'arresto. Dopo i serpenti, le iguane e i cani della prateria, ora è la volta della scimmia cappuccino, un primate di piccole dimensioni, noto per la sua intelligenza.

La moda degli animali «non convenzionali» sembra non conoscere battute d'arresto. Dopo i serpenti, le iguane e i cani della prateria, ora è la volta della scimmia cappuccino, un primate di piccole dimensioni, noto per la sua intelligenza e gli occhi «umani». È sufficiente digitare il suo nome sul web per veder comparire decine di annunci inerenti la vendita dell'animale, scritti in un italiano stentato e corredati da graziose foto di cuccioli in attesa di famiglia.

Queste inserzioni sono delle truffe belle e buone, escogitate da gentaglia per spillare quattrini: chiedono una parte di denaro subito per fantomatiche spese di trasporto e il resto dei soldi alla consegna dell'esemplare, che ovviamente non arriverà mai. Ma c'è anche un mercato parallelo, quello del commercio illegale di animali che ogni anno muove interessi per milioni di euro e che, sfortunatamente, la scimmietta la spedisce davvero.

Peccato che in Italia le scimmie non si possano comprare: dal 1996 è vietata l'importazione, la vendita e la detenzione di tutti i primate e, chi li possiede come certi enti naturalistici, deve possedere un regolare certificato C.I.T.I.E.S, che garantisce che l'animale non sia nato in cattività. Se per vie illecite qualcuno riuscisse ad averla, si ricordi che la scimmia cappuccino non ha le esigenze di Fido o Micio e la sua gestione è tutt'altro che semplice: è innanzitutto un animale gregario, in natura vive in gruppo e relegarlo nelle nostre case risulta essere crudele per il suo benessere. Ha bisogno di spazi per arrampicarsi, muoversi e giocare e le gabbie ritrovate in casa di certi «amanti degli animali» rappresentavano la scelta più deleteria. Infine la sua dieta è complessa e oltre a frutta e verdura, è necessario integrarla con alimenti di origine animale come rettili, uova ed occasionalmente piccoli mammiferi.

E l'epilogo è sempre lo stesso: con il passare del tempo l'animale si indebolisce, diventa apatico e il tentativo di vendita, prima, e l'abbandono in qualche zona boschiva, poi, è il passo successivo. In questi ultimi anni le scimmie cappuccino confiscate ai privati, hanno sempre manifestato diversi traumi psicologici e il recupero è stato complesso e in qualche caso impossibile: gli esemplari mostravano chiari segni di stress dovuti ad una erronea detenzione (movimenti stereotipati, autolesionismo, aggressività) o l'attaccamento all'uomo era primario e compulsivo rispetto ad ogni altra esigenza. Direi che le esperienze parlano da sole. Buona meditazione.

Marco Bergamaschi

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