Educare è un gioco
Coinvolgiamo i bimbi

Mi capita spesso che qualcuno interessato ai nostri corsi di educazione mi chieda se possono partecipare anche i bambini. La mia risposta è sempre affermativa, ovviamente se in età scolare, ma già anche i "grandi" dell'asilo possono fare la loro piccola parte!

Vantiamo una buona esperienza nel portare i nostri cani negli asili, nelle scuole e nei CRE per far divertire i bambini insegnando loro attraverso il gioco cosa sia in realtà quell'essere peloso con quattro zampe e una coda che siamo soliti definire "cane"…

Educare un cane con il metodo gentile basato, lo ricordiamo sul principio del "rinforzo positivo", infatti oggi può a tutti gli effetti essere considerato un'attività che, nello stesso tempo, educa i bambini al rispetto e al corretto approccio con il loro compagno a 4 zampe ed è un bellissimo modo per creare relazione tra di loro. Rendere il tutto un grande e divertente gioco è poi compito dell'Educatore Cinofilo, che con la collaborazione e la complicità dei genitori, farà sì che l'ora di lezione diventi una piccola festa, divertente ed appagante per tutti.

E' ovvio che la presenza RESPONSABILE di un adulto quando il bambino è a contatto del cane non deve mai mancare, non solo per ovvie questioni di mera sicurezza, ma anche perché è importante capire quando iniziare e finire il gioco, che può in pochi attimi trasformarsi da una piacevole attività a qualcosa di frustrante e stressante sia per il bimbo che per il cane stesso. Anche per questo un buon Educatore Cinofilo può aiutarvi a dettare i tempi della cosa, individuando quei segnali che nel cane indicano stanchezza, indolenza o un sovraccarico emozionale.

Per quanto riguarda razze o taglie, non mi sento di fare alcuna preclusione, anche se, da padre di due bambini, non prenderei cani particolarmente "mascelluti" e selezionati ad avere una soglia di reattività pressoché immediata, (non perché abbia qualcosa contro questa o quella razza, ma perché i bambini sono spesso imprevedibili, gridano, si agitano e si muovono in continuazione, atteggiamenti che potrebbero indurre IN QUALSIASI CANE, forme di predatorietà) ma è ovvio che più grande è il cane più bisogna prestare attenzione durante l'interazione con il bambino: pensiamo anche solo ad una zampata per richiamare l'attenzione, o al fatto che magari stiamo lavorando con il bocconcino, quindi di basilare importanza sono le "regole del gioco", che vanno stabilite fin dal principio e devono essere sempre osservate.  Ma non dimentichiamoci che anche i cani di piccola taglia, se strapazzati e stimolati in maniera sbagliata possono lasciare il segno! Per questo il bambino deve sentirsi sì protagonista del gioco, ma il fulcro del lavoro è rappresentato ovviamente dai genitori.

Insegnare loro a non gridare ed agitarsi in continuazione, a non gettarsi di peso sul cane, a non tirare code e orecchie, a non disturbarlo mentre mangia, sono concetti elementari a tutti coloro siano dotati di un briciolo di buon senso, per il resto, mai come in questo caso, lo ripeto, affidarsi alla competenza di un qualificato Educatore Cinofilo è di fondamentale importanza.

Sbaglia invece chi, e non sono pochi, acquista un cane (spesso un Labrador o un Golden Retriever) convinto che escano dall'allevamento già pronti per essere messi in tutta tranquillità accanto ai bambini. I retriever sono cani splendidi, perfetti per rapportarsi con adulti, bambini e diversamente abili, ma non dimentichiamoci che dietro le spalle c'è sempre un lavoro importante, basato sul rispetto reciproco che parte dal bravo allevatore, e prosegue sempre con un buon corso di educazione di base. Forse a qualcuno potrà sembrare strano, ma anche un retriever può arrivare a mordere…

Giocare ad educare un cane con dei bambini è dunque un lavoro d'equipe in cui è basilare la gratificazione del bimbo, che può vedere premiati i suoi sforzi nell'ottenere qualcosa dal suo amico peloso.
Si parte dal classicissimo seduto-terra-resta, ma durante l'interazione momenti semplicemente "magici" come farsi dare la zampa, fargli fare una piroetta o insegnargli a giocare nella giusta maniera non devono assolutamente mancare, così come importantissimo è coinvolgere il bambino nelle pratiche essenziali come preparare e gestire la ciotola, spazzolare, pulire le zampe prima di entrare in casa, cose che fanno parte del percorso di responsabilizzazione del bimbo nei confronti di colui che non deve essere solo ridotto al rango di uno dei tanti giocattoli di cui dispone, ma può davvero diventare una risorsa importante per lo sviluppo socio-relazionale dei nostri bambini.

Paolo Bosatra

educatore cinofilo

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