Alla scoperta della comunicazione
«uomo-cane» e «cane-uomo»

Chi, quantomeno da bambino non ha mai sognato di possedere il dono di poter parlare con gli animali, specialmente con i cani.

Io faccio sicuramente parte di questa schiera, e ricordo con piacere (e un pizzico di nostalgia...) quando abbaiavo al mio cocker Pippo, convinto che lui capisse perfettamente il mio intercalare.

Ovviamente era una sorta di gioco, ma i bambini spesso ci insegnano un fondo di verità: la comunicazione tra noi e i nostri amici a 4 zampe esiste eccome, certo non avviene attraverso il nostro abbaio, né possiamo pretendere che lui impari a parlare ma si tratta comunque di un incredibile combinazione fatta di posture del corpo, gesti, toni di voce che ognuna delle parti può imparare a comprendere.

A dire il vero il cane lo impara sempre, semplicemente osservandoci riesce a riconoscere ad esempio i nostri differenti stati di umore ed a modificare le sue risposte agli stessi. Ovviamente, le risposte sono nella sua «lingua», ed avvengono attraverso una serie di segnali che, credetemi, sono di facile interpretazione.

Loro comunicano con noi proprio come farebbero con i loro simili, e, incredibile a dirsi, conoscendo questo «linguaggio», noi siamo in grado di rispondere attuando una vera e propria forma di comunicazione.

Anni fa una bravissima etologa norvegese di nome Turid Rugaas decodificò per prima il linguaggio dei «segnali calmanti», che servono ai nostri amici con la coda per gestire la loro vita sociale, evitando il più possibile incomprensioni e potenziali litigi, scoprendo tra l’altro che gli stessi segnali non soltanto i cani li utilizzano tra di loro, ma lo fanno anche con noi, e, cosa ancor più stupefacente, noi possiamo utilizzarli per comunicare con loro!

Esiste poi un linguaggio fatto di posture del corpo, essenzialmente universale anche tra noi esseri umani e di più facile comprensione «interspecifica»: chiunque infatti, uomo o cane che sia a seconda del proprio stato d’animo modifica la propria postura: se abbiamo un fare più aggressivo saremo più protratti in avanti, viceversa se abbiamo paura di qualcosa tenderemo a spostare il nostro baricentro indietro.

I cani non fanno eccezione, salvo ovviamente essere diversi da noi: loro ad esempio hanno la coda, noi le braccia... Ma conoscendo e sapendo interpretare bene tutto ciò, il risultato cambia poco. Vuoi saperne di più in merito? Venerdì 26 febbraio alle ore 20.45 in collaborazione con il museo «Sini» di Villa d’Almè e con le associazioni «L’Alegra Cagnara” e «L’Allegra Cagnara Club» è in programma un incontro su questo tema. Per informazioni e prenotazioni telefona al numero 329/1866731.

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