Un comando essenziale:
il «resta» o «fermo»

Educare un cane al giorno d’oggi non è più un vezzo, un semplice passatempo o qualcosa da poter mostrare agli amici, è qualcosa di molto più importante e necessario, e questo concetto, che a qualcuno può sembrare uno slogan nei confronti di noi istruttori cinofili, trova invece conferma nella vita di tutti i giorni: il cane è una figura sempre più presente nella nostra vita, ci accompagna ormai ovunque, insomma, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, è sempre più «urbanizzato» e presente in quasi tutti le situazioni in cui ci troviamo (alcuni fortunati se lo portano addirittura al lavoro…).

Quindi un’educazione di base diventa davvero fondamentale. In particolare bisogna soffermarsi su uno dei «comandi di base» che di solito si imparano in un buon corso e dove val la pena concentrarsi ben più che una sola lezione: il «resta» o «fermo». Personalmente ritengo che questo comando sia forse il più importante di tutti.

Chi dispone di un buon «fermo» nei confronti del proprio cane, ha verosimilmente un buon controllo dell’animale in tutte le situazioni che gli si interpongono. Senza il «resta» poi, i primi comandi di base («seduto» e «terra») sarebbero pressoché inutili, perché spesso privi di senso pratico! Ma scendiamo più nel dettaglio, e vediamo come e perché questo comando è così importante al punto, e non sto esagerando, in determinate circostanze di poter salvare la vita al nostro cane e l’incolumità altrui: pensate per un momento alle situazioni più comuni in cui il nostro beniamino riesce a cacciarsi nei guai, ovvero il cancello e l’automobile. Ricordo ancora una scena a cui ho assistito tempo addietro, quando dalla portiera di una macchina parcheggiata a bordo di una strada parecchio trafficata, in una frazione di secondo schizzò letteralmente fuori alla velocità di un proiettile un piccolo barboncino grigio.

Fortunatamente lo fece in un momento in cui non stava arrivando nessuno e il piccolo imprudente, dopo la scorribanda in mezzo alla carreggiata, se ne tornò zampettando dalla sua padrona. Immaginate solo per un attimo se fosse sopraggiunta una macchina nel frattempo, o, peggio ancora un motociclista, che per cercare di evitare di investire il cagnolino avrebbe potuto cadere e farsi a sua volta decisamente male. (E anche per questo motivo consiglio vivamente a tutti di assicurare il vostro cane. Ricordatevi che ne siete sempre i responsabili!).

Quella volta andò veramente bene sia al barboncino che alla sua proprietaria, ma l’episodio deve sicuramente far riflettere sulla vitale importanza di saper gestire il proprio cane in situazioni simili a questa, ed è proprio una buona preparazione sul comando “resta”, oltre che ovviamente al rispetto di tutte le leggi in materia di cani, a poterci aiutare in simili circostanze, che, lo ribadisco, sono parte della vita quotidiana con il nostro amico a 4 zampe. Come fare quindi ad insegnare al nostro cane questo importantissimo comando? Bè ovviamente la prima risposta è scontata, frequentate un buon corso di Educazione, meglio se di quelli che prevedono all’inizio una serie di lezioni a domicilio, laddove potete ricreare insieme all’Educatore le situazioni che più vi interessa correggere e quelle potenzialmente più pericolose, e seguite le sue indicazioni; ma anche da soli, in casa o nel giardino (recintato, ovviamente…) potete iniziare a provarci: per poterlo fare è semplicemente necessario che il cane sappia sedersi o mettersi a terra a comando, dopodiché potete iniziare ad indietreggiare di un passo pronunciando la parola «resta» o «fermo»( o quello che volete, tanto non parlano l’italiano, l’importante è che utilizziate sempre lo stesso vocabolo, meglio ancora se associato ad un gesto della vostra mano); se il cane non si muove e vi aspetta, tornate e premiatelo con carezza e bocconcino (piccolo, vi raccomando, conta più l’odore della quantità), e ripetete l’esercizio aggiungendo un passo per volta.

Se all’inizio non vi ascolta e vi segue non arrendetevi, chi la dura la vince, e prima o poi vedrete che si convincerà ad aspettarvi. Se, peggio ancora, si tratta di un autentico «osso duro», trovatevi un complice che per le prime volte vi aiuterà tenendolo al guinzaglio. In questo caso suggerisco vivamente di utilizzare una pettorina in modo da evitare che nell’esecuzione dell’esercizio il cane eserciti troppa trazione sul collo… Fatti i primi tre-quattro passi, credetemi, il più è fatto, e una volta che sarete arrivati a otto-dieci passi indietreggiando (sempre rimanendo frontali al vostro cane ), sarete pronti per provare a girarvi di spalle e andarvene in questo modo, sempre mantenendo ovviamente il gesto della mano e la parola che avete scelto come comando.

Avrete così iniziato ad impostare questo importantissimo comando al vostro cane. Lo proverete poi in tutte le circostanze, raccomandandovi di lavorare sempre in situazioni di assoluta sicurezza, vale a dire che se provate la discesa dall’auto, la vettura dovrà essere ovviamente all’inizio parcheggiata in cortile o in garage… E anche se alla fine del vostro personalissimo “training” vi sembrerà di avere ottenuto un risultato perfetto, non dimenticatevi che avete a che fare con un animale al quale va sempre concessa una piccola percentuale di imprevedibilità. Quindi fiducia sì, ma sempre attenti, di buon senso, e rispettosi della legge vigente in materia di cani, che lo ricordiamo prevede innanzitutto che il cane sia SEMPRE al guinzaglio.

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