Destiny, una sci-fi
post-apocalittica

Sin dalle prime uscite Destiny ha attirato su di sé l’interesse di milioni di appassionati. Interesse che si è presto trasformato in grandi aspettative poiché al timone del progetto ci sono nientepopodimeno che i ragazzi del team di sviluppo Bungie.

Piattaforma: PlayStation 3, PlayStation 4, Xbox 360 e Xbox One

Genere: sparatutto in prima persona multiplayer

Sviluppatore: Bungie

Produttore: Activision

Distributore: Activision

PEGI: 16

Sin dalle prime uscite Destiny ha attirato su di sé l’interesse di milioni di appassionati. Interesse che si è presto trasformato in grandi aspettative poiché al timone del progetto ci sono nientepopodimeno che i ragazzi del team di sviluppo Bungie – gli stessi di quell’Halo che ha fatto divertire un’intera generazione di videogiocatori Xbox – affiancati questa volta non da Microsoft ma da Activision, publisher della saga Call of Duty.

Destiny è calato all’interno di una cornice sci-fi post-apocalittica. Dopo che l’intero sistema solare è stato colonizzato dall’uomo grazie all’aiuto di una misteriosa sfera gigante chiamata “Il Viaggiatore”, sono comparse dal nulla delle forze dell’oscurità che hanno decimato l’umanità. I pochi sopravvissuti hanno costruito un’ultima città sulla Terra, difesa dai Guardiani, corpo speciale di cui farà parte anche il giocatore. La narrativa del nuovo titolo Bungie pesca evidentemente a piene mani dall’universo Halo e presenta diverse analogie con l’epopea fantascientifica Mass Effect, ma non riesce a coinvolgere e scorre in maniera del tutto anonima per tutto il corso dell’avventura.

Proprio come il congenere Borderlands, Destiny è uno sparatutto in prima persona con vocazione multiplayer e meccaniche tipiche dei giochi di ruolo. Il giocatore, infatti, oltre a razza e sesso, può scegliere fra tre diverse classi: titano, il tradizionale soldato dotato di forza bruta; cacciatore, una sorta di ladro-cecchino e, infine, lo stregone, in grado di manipolare una strana energia blu.

Ogni tipologia di guardiano può ovviamente sviluppare diverse abilità salendo di livello con l’eliminazione di nemici o altri giocatori nelle modalità online. Il sistema di crescita è però molto lineare e non lascia grande libertà di personalizzazione al giocatore, e persino i vari poteri delle tre classi non differiscono in maniera sostanziale fra di loro. Discorso diverso invece per l’equipaggiamento, che seppur non ricco come quello di altri titoli può venire potenziato con l’utilizzo e garantisce una certa eterogeneità nelle dinamiche belliche. I punti di forza di questo “fps di ruolo” sono dunque il sistema di loot e la solidità delle meccaniche di shooting, in puro stile Halo e migliorate da alcune novità come la planata, l’attacco corpo a corpo e le skill, seppur in misura minore.

L’esperienza di gioco, inizialmente molto lenta, entra nel vivo solo verso il livello 18-20, quando saranno disponibili nuove abilità (anche una sottoclasse, a partire dal livello 15), missioni, e armi rare più potenti. Destiny, annunciato come un massive multiplayer online game (come World of Warcraft, per intenderci) si rivela alla prova dei fatti un semplice sparatutto multiplayer.

La base del gioco è “L’ultima Città”, sul pianeta terra, dove sono presenti altri quindici giocatori a cui unirsi nelle partite e con cui fondare un clan. Da qui è poi possibile spostarsi su altri pianeti per prendere parte alle missioni legate alla storia, affrontabili in cooperativa, o entrare nella modalità online competitiva partecipando ai vari deathmatch a squadre, controllo o tutti contro tutti. Non esiste in definitiva un vero open world e mancano tutti quegli aspetti di socialità e contenuti tipici dei giochi MMO, che potrebbero però essere aggiunti in un secondo momento (da qualche giorno è infatti disponibile il primo Raid).

Destiny è un ottimo sparatutto in prima persona, ambientato in un mondo di gioco affascinante, graficamente e artisticamente ben confezionato. Visti i protagonisti coinvolti nel progetto, era però lecito aspettarsi qualcosa di più: non ci sono elementi rivoluzionari per il genere, la struttura a compartimenti stagni dell’ecosistema online ne limita fortemente l’esperienza e la componente gdr è incompleta se paragonata, ad esempio, al paradigma Borderlands. Fortunatamente, Activision e Bungie sono ancora in tempo per aggiungere nuovi contenuti, limare le imperfezioni e rendere più accattivante e stimolante il loro prodotto. Con un mirato lavoro di cesello, Destiny ha tutte le carte in regola per scalzare dal trono i soliti, vecchi, inflazionati fps mutliplayer bellici...Qualcuno ha detto Call of Duty?

Marco Locatelli

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