Far Cry Primal
prede e predatori

Nell'affascinante cornice del Teatro Arsenale di Milano abbiamo provato in anteprima Far Cry Primal, nuovo capitolo dello storico brand Ubisoft ambientato nell'età della pietra.

Piattaforma: PC, PlayStation 4 e Xbox One

Genere: Action-Adventure

Sviluppatore: Ubisoft Montréal e Ubisoft Toronto

Produttore/Distributore: Ubisoft

Data di uscita: 23 febbraio 2016 per PlayStation 4 e Xbox One - Marzo 2016 per PC

Nell'affascinante cornice del Teatro Arsenale di Milano, Ubisoft Italia ci ha fatto vedere (e provare) in anteprima Far Cry Primal, nuovo capitolo di uno dei brand più importanti della software house transalpina e che offre da sempre un mondo di gioco vasto, liberamente esplorabile e ricco di possibilità ludiche. Per la prima volta nella storia della serie Far Cry è ambientato nel mesolitico, nel cuore dell'età della pietra. Il diverso contesto storico ha portato forti differenze non solo sul piano estetico ma anche dal punto di vista del gameplay. Ma andiamo per gradi.

Ad aprire l'appuntamento ci ha pensato Jean-Sebastien Decant, Narrative Director di Far Cry Primal, il quale ha fatto un po' di chiarezza sulla trama del gioco. «Far Cry - spiega Decant - è un brand che ha da sempre portato al limite l'esperienza umana. Questo nuovo capitolo ci porterà alla preistoria, per la precisione nel mesolitico (10.000 a.C.), nella terra mitica di Oros. Far Cry Primal è ambientato in un periodo storico durante il quale la razza umana sta iniziando ad evolversi e prendere possesso delle terre in cui vive. Ciò ha inevitabilmente creato conflitti. Il giocatore vestirà i panni di Takkar, un esperto cacciatore caratterizzato da un forte background. Un aspetto principe del sistema di gioco sarà la possibilità di addomesticare le bestie selvagge che abitano il mondo di Oros per far compiere loro delle azioni. Takkar, tra l'altro, è stato il primo essere umano ad addestrare le fiere di Oros».

«La narrativa principale - prosegue Decant - verte sul conflitto fra tribù avanzate e meno avanzate. Abbiamo cercato di ricreare all'interno delle varie comunità i diversi stadi dell'evoluzione umana. Oltre ai Wenja, la tribù del protagonista Takkar, saranno presenti altri due clan: un gruppo di cannibali che vive sulle montagne e una tribù originaria della Mesopotamia che rappresenta la civiltà più avanzata del gioco. Questi ultimi hanno tecnologie agricole sviluppate, seguono il ciclo delle stagioni e catturano i membri delle comunità più arretrate per farli lavorare nei campi o nelle miniere. Un ruolo importante all'interno della narrativa - conclude Decant - sarà ricoperto dagli antagonisti, uno dei marchi di fabbrica del brand Far Cry (come dimenticare Vass di Far Cry 3 ndr). In Far Cry Primal i nemici principali saranno due: i leader delle tribù rivali».

Uno degli aspetti più innovativi di Far Cry Primal è senza dubbio il doppiaggio: il gioco, infatti, non stato semplicemente doppiato in inglese o italiano, ma i personaggi parleranno una lingua artificiale basata sugli idiomi proto-indoeuropei, da cui poi sono nate le forme di comunicazione moderne. Di primo acchito la lingua sembra aliena, ma ad un ascolto più attento (e la prova del gioco ce lo ha confermato) si percepiranno parole che ricordano da vicino lingue moderne come l'italiano, l'inglese o il tedesco. «Un codice alieno ma al tempo stesso familiare», ha affermato Decant.

All'appuntamento è intervenuto anche Alfio Tomaselli, esperto in archeologia sperimentale, il quale ha raccontato il delicato rapporto fra la natura e l'essere umano nella preistoria, e la dura lotta quotidiana per la sopravvivenza. «L'uomo preistorico - spiega Tomaselli - prendeva tutto ciò che gli serviva dalla natura, come la pietra, che è uno degli elementi chiave di Far Cry Primal». Tomaselli ha poi tenuto alcune dimostrazioni pratiche sull'accensione del fuoco tramite pietre focaie e mostrato l'efficienza di utensili e armi (realizzate da lui stesso) che venivano usate dall'uomo nel mesolitico.

Gamepad alla mano, abbiamo finalmente avuto la possibilità di addentrarci in prima persona nelle terre dell'inospitale Oros. La demo - dalla durata di circa 30 minuti - scalfisce solo in superficie il ricco pacchetto contenutistico di Far Cry Primal ma dà un'idea ben chiara di quello che sarà il focus dell'esperienza ludica firmata Far Cry Primal: la sopravvivenza. Tutte le azioni compiute dal giocatore saranno infatti finalizzate a non soccombere malamente all'interno del selvaggio mondo di Oros, abitato da bestie pericolose come tigri dai denti a sciabola, giganteschi mammut e tante altre minacce tutte da scoprire. Nei panni del primitivo Takkar si potrà dunque prendere parte a battute di caccia insieme ad altri compagni, recuperare risorse per costruirsi armi come archi e clave, eliminare animali per procurarsi il cibo e scaldarsi o cucinare accendendo il fuoco con delle pietre focaie.

Dopo aver fatto divertire i giocatori nelle assolate lande della Malasia e sulle fredde vette dell'Himalaya, Far Cry fa un bel salto indietro nel tempo, fino al 10.000 a.C., disegnando un'affascinante ed interessante contesto primitivo all'interno del quale il protagonista sarà chiamato a sopravvivere fra tribù di cannibali, smilodonti e giganteschi mammut. Il gameplay legato a doppio filo alla sopravvivenza e l'originalità del contesto storico e ambientale sembrano essere i punti di forza di questo Far Cry Primal. Le premesse per un prodotto valido ci sono tutte. Ora non resta che attendere il 23 febbraio.

Marco Locatelli

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