iPhone6, code di km in 9 Paesi
In Italia sbarco il 26 settembre

Apple «chiama» e i consumatori-fans «rispondono». Dopo le prevendite online da record (4 milioni di ordini in 24 ore), le code chilometriche davanti ai negozi dei nove Paesi in cui da venerdì 19 settembre è in vendita l'iPhone 6 sembrano preludere a un altro primato.

Apple «chiama» e i consumatori-fans «rispondono». Dopo le prevendite online da record (4 milioni di ordini in 24 ore), le code chilometriche davanti ai negozi dei nove Paesi in cui da venerdì 19 settembre è in vendita l'iPhone 6 sembrano preludere a un altro primato, con gli analisti che stimano 10 milioni di unità smerciate entro il weekend. E a mobilitarsi sono anche le banche, che in Usa si stanno sfidando a colpi di pubblicità per promuovere lo smartphone e l'Apple Pay, il sistema di pagamento che punta a trasformare il melafonino in un portafogli elettronico.

Le vendite dell'iPhone 6 sono iniziate in Australia e, poi in ordine di fuso orario, a Hong Kong, Singapore, in Giappone, Francia, Germania, Regno Unito, Usa e Canada. Dall'Australia ha fatto il giro del mondo il video del ragazzo che per primo ha comprato l'iPhone a Perth e, aprendo l'agognata scatola davanti alla telecamera di una tv, ha fatto cadere il telefonino a terra.

A Hong Kong, «anteprima cinese» delle vendite di iPhone, è dovuta intervenire la polizia per disperdere le persone in fila che non si erano prenotate col nuovo sistema digitale lì obbligatorio. Preso d'assalto dai giornalisti è stato anche il primo acquirente dell'iPhone nell'iconico Apple Store newyorkese sulla Quinta strada, dove alle 6 del mattino si snodava per oltre una decina d'isolati una coda da record. A salutare il debutto dei nuovi melafonini c'era oggi anche il Ceo di Apple, Tim Cook, presente a San Francisco.

Nonostante l'alta domanda, le forniture sembrano al momento bastare, anche se gli stabilimenti produttivi sono sotto pressione. Stando al Wall Street Journal la cinese Foxconn, che produce buona parte degli iPhone 6 e tutti i 6 Plus, ha dovuto assumere altri lavoratori oltre ai 200mila già impegnati solo a sfornare melafonini. Ogni giorno escono dalle fabbriche 540mila dispositivi ma i volumi non sembrano sufficienti a soddisfare la domanda, che dal 26 settembre sarà alimentata anche dagli utenti di un'altra ventina di Nazioni, Italia inclusa.

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