Stunts, corse pazze per auto volanti
sognando di guidare Supercar

I videogiochi del passato di «Retroedicola club» ci riportano in pista con un classico di acrobazie al volante degli anni ’90 per Pc. Un titolo ideale per sfide rombanti su circuiti con rombanti effetti 3D

STUNTS (4D Sports driving) Distinctive Software (1990) – MS-DOS

Poteva essere il nuovo Test Drive e trovare un posto nella storia dei racing game. Figlio di un Dio minore, ma dopo ventisette anni, sentiamo ancora il rombo del suo motore.

Per comprendere appieno il videogioco di cui scriviamo bisogna allargare il quadro al periodo in cui è uscito, prendere in considerazione i telefilm del decennio prima di Stunts – i mitici anni ’80. Perché un ragazzino che giocava a Stunts sui primi Personal Computer, viveva a pane, nutella e soprattutto serie-tv dove la parola d’ordine era saltare, con qualunque mezzo: Kitt di Supercar saltava, il Generale Lee di Hazzard saltava, il Falco della Strada saltava, l’A-Team faceva saltare tutto. Se non saltavi non eri nessuno!

Il primo a portare questo concetto nei videogiochi fu Hard Driving, storico Arcade di Atari, con la sua bella cabina di pilotaggio con tanto di chiave di accensione, che ci permetteva di guidare una generica stunt-car su un percorso predefinito. Dovete quindi immaginare la gioia e il tripudio quando Stunts arrivò su Pc: forte di un primordiale ma coraggioso motore grafico interamente poligonale, faceva della libertà di movimento, della velocità, e degli ostacoli, il suo grido di battaglia. Non era bello come Hard Driving – comunque la differenza non era enorme – ma sopperiva con una giocabilità eccellente, accentuata da un parco macchine da sogno e da un editor delle piste che permetteva di creare qualsiasi follia, su un’area di gioco immensa, con tracciati anche di 10 minuti. Considerate che prima del titolo della DSI (Distinctive Software) il mondo dei racing game su PC Ms-Dos era fatto di motori grafici bitmap, dove l’effetto 3D era solo simulato, tutto era vincolato a tracciati rigidi che limitavano la nostra libertà. Senza contare l’esperienza di guida, dove spesso più che guidare bolidi, era come sedersi su dei grossi trattori.

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Ma cosa lega Stunts a Test Drive di Accolade? Senza entrare nei dettagli, dopo i primi due TD (Test Drive), sviluppati proprio dal team DSI, entrambi forti di un notevole successo commerciale (che continua ancora oggi), ci fu in diverbio: Accolade intentò una causa nei confronti dei suoi sviluppatori di punta, accusandoli di aver usato delle parti di codice di TD2 per sviluppare il porting di OutRun per Sega. La cosa comunque andò solo in un nulla di fatto, con i DSI vincitori, e la Accolade che rimediò il primo mattone della sua lapide. Quello che invece, di questa storia, ha “danneggiato” i videogiocatori, è il rimpianto di un Test Drive 3 monco. Molto bello esteticamente – anche lui con un nuovo motore grafico vettoriale degno di nota – ma senza il tocco magico dei DSI: il suo gameplay è rimasto di faraonica pesantezza, legato ai primi titoli… un rimpianto perché se avesse avuto anche solo la manovrabilità di Stunts, con tutta probabilità sarebbe stato il TD definitivo.

Torniamo a Stunts: i riferimenti ai vecchi Test Drive si sentono tutti, a partire dal menù iniziale, una versione più accattivante di TD2, dove le opzioni sono stilizzate in cartelli stradali, fino al cockpit delle vetture – tutti splendidamente realizzati con grafica bitmap – e perfino la strada: pur essendo una gara su tracciato chiuso, è presente la linea di mezzeria! Appena caricato il gioco, dopo la semplice animazione iniziale, con un accompagnamento musicale potente e carico di adrenalina, ci accompagnerà anche tra le varie schermate, ma non su strada dove sovrano è il rombo del motore, iniziamo a selezionare i vari parametri per scendere in pista. Sul cartello “Opponent” possiamo scegliere se giocare contro il tempo, o contro avversari gestiti dalla CPU – il doppio tra due giocatori non è contemplato – di varia difficoltà: questa è rappresentata dalla personalità dei soliti individui stereotipati, ognuno con i suoi pro e contro. Così abbiamo il ciccione lento ma tecnico, il ragazzino spericolato, la bellona veloce ma imprecisa e così via. Sul lato pratico non sono minimamente competitivi su tracciati con ostacoli, dovrete prendere un’auto molto lenta e dotare loro di un’auto molto veloce se volete divertivi. La musica cambia se invece optate per un tracciato piatto, soprattutto contro Skid Vicious avrete una bella rogna da pelare per tenergli testa.

Oppure, semplicemente, lottare contro il tempo. Che poi, a ben vedere, è “sempre” un time attack: alla fine anche nel duel è sempre il tempo a venire conteggiato. Stunts lo fa in maniera spietata: non importa se un record lo fate con l’auto più lenta o con quella più performante, il tempo sarà univoco, senza nessuno sconto. Passiamo poi alla selezione dell’auto, tutto ovviamente con una bella anteprima 3D del veicolo: soprattutto considerando l’epoca di uscita, un assortimento niente male, dalla Ferrari alla Porche, fino a mezzi prototipali. Ogni vettura ha una diversità tangibile, sia come performance, sia come rombo del motore, sia come tenuta, da non sottovalutare, visto che correremo anche su fango e perfino su ghiaccio!

Il tempo di selezionare un percorso - ne parliamo dopo – e scendiamo finalmente in pista. Ci attende un mondo completamente poligonale, anche se privo di qualsiasi texture o effetto grafico – in parole povere ogni superficie ha un colore tinta unita: scegliamo la visuale che ci aggrada, tra interna (l’unica che permette di vedere il cruscotto) o quella esterna. Subito si resta impressionati dalla velocità di gioco, tutto schizza veloce, il rombo anche se irrealistico è appagante, ci basta poi affrontare un paio di curve per apprezzare la bontà dei comandi – soprattutto se si usa la tastiera. Oggi è difficile da concepire, ma nei primi anni 90 una grafica VGA di questo livello era semplicemente amabile.

Poi finalmente arrivano le agognate rampe per fare le acrobazie. Ancora oggi il bambino che è in me piange di gioia, ride di euforia, emozioni assopite invadono tutti i cinque sensi. Grazie alla fisica irrealistica che governa il gioco (ma perché nei telefilm era diverso?), a splendidi bug del motore grafico amabilmente non corretti (su ammissione dei programmatori stessi), ogni acrobazia risulta paradossalmente più reale del reale, un elogio a un gameplay plasmato per appagare il videogiocatore e non fine a se stesso o sottomesso a un’inutile perfezione simulativa della realtà, come succede ormai troppo spesso con i videogiochi moderni.

L’area di gioco come detto è enorme, le piste possono avere dei bivi, gli ostacoli che dovrete superare sono incredibilmente vari e si possono concatenare tra loro: rampe, ponti, chicane, spartitraffico, giri della morte, tunnel… senza contare che si usa anche il territorio di gioco! Quindi potrete benissimo usare la salita di una montagna collegata a una rampa di lancio per salti ancora più alti, oppure ponti che collegano due montagne che passano sopra specchi d’acqua. Il paesaggio circostante è una landa costellata solo da pochi ma significativi elementi, anche se non avrete tempo di pensarci, così come, alla fine, si ignorano i vari glitch grafici. Ma questo è solo un aspetto di Stunts. Perché quando avrete spolpato ogni pista e la vostra sete di salti e acrobazie non si è ancora placata, vi getterete nell’editor dei tracciati: innovativo per i primi racing game, incredibilmente funzionale ancora oggi, anche senza l’ausilio del mouse. Potrete scegliere tra diversi conformazione di terreni, ognuno con le sue montagne e laghi (ma potrete creare anche nuovi), potrete usare ogni – si ogni! – elemento che avete visto in gioco. Da lì a chiamare l’amico di merende è un attimo. Improvvisamente quel limite che era il non poter giocare in due sulla pista sparisce, perché il divertimento di creare piste lunghissime e davvero bastarde da proporre agli amici rende il gioco un collante, dove si passano ore e ore in compagnia di amici, tra fasi di edit, salti, record, fragorose risate nel rivedere i replay delle perfomance più assurde e i bug più grossolani del gioco. E questo divertimento, incredibilmente, vive ancora oggi: grazie a una piccola ma attivissima community - zakstunts.hu - si disputano tornei a livello mondiale – dove tra l’altro, un nostro connazionale, Marco Giglio, ha detenuto per anni la cintura da campione – e perfino nuove vetture. Amabile la versione F1 di Senna, o la splendida Nissan Skyline, ma anche veicoli assurdi come un pullman!

L’anima di Stunts in fondo è tutta qui: un gioco che oggi sarà anche visivamente grezzo e forse un po’ spartano, ma retto da un solido e granitico Gameplay come non se ne vede da molti anni. Se Stunts fosse il Toretto di Fast and Furious prenderebbe un qualunque “GT” moderno per le orecchie e gli direbbe; “Guardami! Sono vecchio e sgraziato… ma in fatto di giocabilità, ti do ancora due piste!”

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