Conoscere i gioielli
e saperli portare

Non impazzisce per il mondo patinato pur vivendoci dentro, ha viaggiato una vita e come porta i gioielli lei lo fanno proprio poche. Patrizia di Carrobio è stata a Bergamo per presentare «Conoscere i gioielli. Come sceglierli e portarli», edito da Salani.

Non impazzisce per il mondo patinato pur vivendoci dentro, ha viaggiato una vita e come porta i gioielli lei lo fanno proprio poche. Gran classe, raffinatezza, e quel senso sofisticato di donna self-made. Patrizia di Carrobio arriva alla presentazione del suo nuovo libro – alla boutique Biffi di Bergamo - con un diamante all'anulare e qualche bijoux semplicissimo. Un bel sorriso e ti disarma, ti incanta con i racconti. Come i preziosi di cui parla in «Conoscere i gioielli. Come sceglierli e portarli» edito da Salani. «È un libro che racconta di pietre e preziosi, ma è anche la storia di una famiglia e di una passione». Che Patrizia scopre di avere ereditato con molte probabilità dalla nonna: «Lei e le sue iannacche, perle d'oro a 9 carati e molto lavorate: le donne di San Giovanni in Fiore se le passavano di madre in figlia. Chi emigrava negli Usa le portava con sé: pensavano che avrebbero garantito la sussistenza per chissà quanto tempo. Poi però scoprivano che, oltreoceano, il loro valore commerciale era assai modesto. Mia nonna ne comprò moltissime e, mescolandole con cristalli di rocca, fece bellissime collane».

E da qui arriva un concetto molto importante per Patrizia di Carrobio: «Creare, mescolare, abbinare, ma soprattutto indossare secondo il proprio gusto, la giornata che si vede affrontare, l'occasione speciale – spiega -. Faccio così anche io: vado a umore, a sentimento: il gioiello rappresenta la donna che lo indossa, quel particolare momento e ha tutto lo charme per raccontare noi stesse, i nostri pregi, valorizzandoci». Del resto non si può non ammetterlo, questa passione per i gioielli è insita nell'indole femminile: «I preziosi rappresentano il sogno di una donna – continua Patrizia di Carrobio -. Non ci spiegheremmo se no perchè le bambine impazziscono per ornarsi con diademi, collane e bracciali». Lo dice lei che con i preziosi ci lavora da sempre: «Mio padre mi voleva interprete e con un impiego fisso e sicuro, ma io mi sono fatta trasportare da un desiderio: volevo conoscere i gioielli, toccare le pietre, sentirne i contorni spigolosi – spiega -, capire il loro valore. Ho così trasformato una passione in un lavoro».
Che le dà soddisfazioni: da prima battitrice d'asta donna da Christie's a una delle pochissime commercianti donna di diamanti e gioielli nel Diamone District di New York. «Nel ‘79 lavoravo da Christie's a Londra ma volevo essere trasferita nel settore gioielli – racconta -. Ho fatto quindi le valigie per New York. Per imparare e perché sapevo che in America mi avrebbero concesso di battere all'asta». Nella Grande Mela diventa caporeparto gioielli: «Li ho scoperti lavorandoci. Tutto quello che so, l'ho imparato sul campo». Senza dimenticare il primo viaggio di lavoro: «Era l'82 e sono partita per la Virginia con tanta agitazione e la borsa con tutti gli attrezzi del mestiere preparati con una cura maniacale. Tra i viaggi più memorabili c'è poi quello dell'84 a Cap d'Antibes con il mio capo e il responsabile di Christie's Ginevra. Davanti a due diamanti di una importantissima collezione bisognava identificare il vero dalla sua perfetta riproduzione: fu io a riconoscerlo».

Ma il lavoro che adorava di più e che ora le manca era battere all'asta: «Mi manca l'adrenalina, i personaggi che incontravo, quel saper leggere nello sguardo delle persone che ti trovi davanti». Tanti i ricordi: «C'era un uomo molto noto che veniva sempre alle aste con un bicchierone di carta pieno di vodka: era un importante commerciante e finite le aste era completamente ubriaco». Tra gli appassionati? «Sicuramente Andy Warhol: veniva sempre alle esposizioni che precedono l'asta, mi chiedeva consiglio. Aveva un gran gusto». E sul buon gusto Patrizia di Carrobio ha qualcosa da dire: «Significa sapere cosa sta bene a noi stesse e per noi stesse. La moda influenza tutti, ma dobbiamo sapere scegliere, per saper esprimere il nostro carattere e la nostra personalità».

C'è anche da dire che Patrizia è una donna fortunata: ama quello che fa e lo fa con passione oltre che con grande conoscenza. Con delle richieste preziose e di altissimo livello: «Dagli Emirati Arabi arrivano richieste molto prestigiose. Come quella di qualche settima fa: mi sono trovata in mano il più grande brillante blu del mondo, da 110 carati». E se nel nuovo libro sono tanti gli aneddoti e i consigli forniti, Patrizia di Carrobio ha tre suggerimenti veloci veloci sul mondo del gioiello e soprattutto in questa fase economica così complicata: «Fissarsi un budget e mai oltrepassarlo; pregustarsi il gusto dell'acquisto, anche per un pezzo di bigiotteria, tra l'altro sempre più bella. E anche se l'acquisto non è immediato, saper assaporare il momento, senza lasciarsi prendere dall'istinto. Infine un ultimo consiglio: se possibile mai dare via un gioiello. Anche se non lo usate, se lo tenete nel portagioie per un po'». Del resto, basta guardare la moda di oggi che è tutta un revival. E forse il vecchio detto è proprio vero: ormai nessuno inventa nulla di nuovo.

Fabiana Tinaglia

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