Corsi, un esilio a corto raggio
che fa amare di più Bergamo

Non necessariamente un esilio dev’essere lontano come Sant’Elena. A volte bastano 45 chilometri, la distanza tra Bergamo, dove si nasce, e Lodi, dove si va ad abitare per forza maggiore.

Stefano Corsi descrive così il suo amore per la città natia, che dal 1970 vede da lontano, professore in un liceo e scrittore con la voglia di tornare ad ogni pie’ sospinto. E lo scrive in «Una piccola patria» (Bolis Edizioni, pagine 107, € 12), delizioso concentrato di emozioni, luoghi, volti, ricordi e sogni, tutti con Bergamo come sontuoso palcoscenico della memoria.

Corsi, che ha già al suo attivo diverse pubblicazioni, è consapevole che, senza la lontananza, l’amore per la sua terra non sarebbe mai stato così profondo e struggente.

E su questo cortocircuito l’autore tradisce perfino un sottinteso riconoscimento alla sua terra d’elezione, pur ricordando il traumatico distacco dei genitori da Bergamo per via del lavoro del papà: «Non so se, in occasione del trasloco, recitarono un loro personale “Addio monti”».

Ed ecco allora ripercorrere tutti gli itinerari a partire dall’infanzia, l’età prima di tutto, prima della consapevolezza, con la casa di via Milano e tutto quanto di rassicurante potesse rappresentare. E poi abitazioni di famiglia, dei nonni e degli zii, le vacanze a Piazzatorre, nel leggendario Condominio Clara, con puntate a Zogno e all’appena intravisto lago Pescegallo. E, a dar vita ai vari capitoli, i ricordi di Martinengo, dove nacque Luigi, il padre, e Nese, patria di Delia, la mamma, con immagini nitidissime di scorci e personaggi incontrati vita facendo. Stefano, che cura per «L’Eco di Bergamo» le rubriche «Rime in fuorigioco» e «Le partite della vita», e che segue le vicende nerazzurre da ragazzo, regala poi alcune storie di amicizia, anche profonda, generatesi grazie alla squadra della sua città e del suo cuore. E ogni ritratto termina con «...l’ho conosciuto perché tengo all’Atalanta». E, ancora, la tenerezza di «Filastrocca per Paola», delicato ricordo di un amore lontano e di una fanciulla rapita dal destino, e la gioia di un’incredibile scoperta, assai recente, nella storia di famiglia, in «Tri Plòck».

Sono alcune istantanee di vita, a volte sgargianti e a volte seppiate, tra le tantissime che Corsi è riuscito a condensare nelle sue pagine. Il libro, che si avvale di Gino Cervi come editor, è già in libreria e verrà presentato domani alle 18,30 all’Osteria «da Giuliana». «Una piccola patria» è soprattutto uno specchio in cui ognuno si può riconoscere: tutti, in buona sostanza, abbiamo avuto in famiglia una nonna Lucia o una zia Alice da ricordare con affetto e tenerezza. E a buona parte di noi, tornando a casa e scorgendo il profilo delle mura, si allarga sempre il cuore».

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