I limiti si superano
Tre storie di coraggio

È una storia di coraggio, che invita a credere nei sogni «Il mare non serve a niente» (Harper Collins) della tatoo artist La Bigotta e di Michele Rossi, responsabile della narrativa italiana Rizzoli.

Anna, la protagonista, è una ragazzina costretta sulla sedia a rotelle che abita in un palazzo di cento piani. Il suo compagno di avventure è un pesce rosso che si chiama Moby Dick e sogna come lei di nuotare tra le onde, perché «il mare è grande, fuori fa rumore ma dentro è pieno di meraviglie». Un racconto illustrato raffinato e poetico: ricorda che qualunque limite può essere superato, e che bisogna continuare a sperare, senza arrendersi mai.

Bebe Vio, campionessa paralimpica di scherma, ha subito a 11 anni l’amputazione di braccia e gambe a causa di un’infezione provocata dalla meningite, ma questo non le ha impedito di dedicarsi allo sport con slancio e determinazione. Lo scrittore Pierdomenico Baccalario l’ha trasformata nell’eroina del romanzo fantasy «Beblade. Bebe Vio e la sua squadra» (Piemme). Un’avventura ad alta tensione in cui Bebe interpreta se stessa. La trama richiama (da lontano) le atmosfere di «Hunger Games», per raccontare che con il cuore e la tenacia si possono ribaltare i pronostici e raggiungere traguardi impossibili.

«La bambina d’oro puro» di Margaret Drabble (Bompiani, traduzione di Beatrice Masini), narra infine la storia vera di una mamma che affronta la disabilità della figlia. Jess, la protagonista, è un’antropologa, che dopo la maternità concentra tutte le sue energie sulle storie di bambini come la sua Anna, «d’oro puro» perché semplici, innocenti, fragili, raccontando quanta gioia possano portare nella vita delle persone che incontrano.  

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