L’amicizia tra donne
in un libro

«Non c’è deserto peggiore che una vita senza amici – scriveva nel ’600 il gesuita e filosofo spagnolo Baltasar Gracian –, l’amicizia moltiplica i beni e ripartisce i mali».

«Amico» è un termine abusato oggi, sembra appartenere più all’ambito dei social network che alla vita reale. Eppure l’amicizia, come esperienza vera di scambio e condivisione, continua a essere – nell’immaginario come nei romanzi contemporanei -, l’ancora che mantiene in asse vite fluide, segnate dalla precarietà, soprattutto se declinata al femminile. Lo racconta con grazia Federica Bosco nel suo «Ci vediamo un giorno di questi» (Garzanti), seguendo il percorso di Ludovica e Caterina, amiche fin dalla scuola. Due donne diversissime: una precisa, introversa, l’altra entusiasta, solare e intraprendente. I rapporti di forza tra le due sembrano ben delineati, ma il destino è imprevedibile, in un attimo cambia tutto; nella vita - e nel romanzo - non c’è niente di scontato. In «Festa di famiglia» di Sveva Casati Modignani (Sperling & Kupfer) quattro giovani donne si ritrovano a cena nello stesso ristorante ogni giovedì e condividono gioie e fatiche; il loro legame è così forte da eguagliare quello di un nucleo familiare. Così quando Andreina, una delle protagoniste, si ritrova smarrita davanti a una gravidanza non programmata, si rende conto di avere sempre qualcuno su cui contare. C’è un’amicizia tra adolescenti, infine, nel cuore del romanzo «Swing time» di Zadie Smith (Mondadori), finalista al Man Booker Prize 2017: al centro due ragazze inquiete, con un grande talento per la danza, complici e rivali; sullo sfondo i sobborghi multiculturali, le ingiustizie sociali, le ambizioni e i sogni della nostra epoca. 

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