Possibilità senza fine
sotto la ditta di traslochi

Vita e musica si intrecciano, si mischiano variamente e inscindibilmente, a comporre i cordami che legano questa raccolta di racconti di Jonathan Coe, «Disaccordi imperfetti» (Feltrinelli, pp. 120, euro 10).

Con giochi di relazioni di varia specie, dal suono del proprio indirizzo, dal rispecchiarsi dei numeri delle strade negli accordi del pianoforte, alle divergenti/inconcluse vicende erotico-sentimentali di un compositore di colonne sonore; dalle memorie adolescenziali innescate, madeleine sonora, dal dialogo fra navi e sirene da nebbia, sino alla scoperta che la musica è «la chiave della magia» di un film di Billy Wilder, per cui Coe coltiva una vera «ossessione»: «La vita privata di Sherlock Holmes». E’, appunto, quest’amalgama, questo rispondersi e corrispondersi di note e azioni, a tenere insieme la corona di scritti. Ove l’aerea sospensione delle note (la musica è la più perfetta delle arti, perché immateriale, della stessa sostanza dell’anima) corrisponde alla sospensione esistenziale di diversi protagonisti, riluttanti a farsi concreti in un solo destino. Un pianista di piano bar (non è una citazione da De Gregori) abita all’angolo tra la Nona e la Tredicesima. Un pianista che vive proprio sopra una ditta di Deposito e Traslochi.

Ogni giorno, sinfonia di camion che entrano ed escono proprio sotto la camera da letto: un rombo, un rollio che non riesci a far tacere nemmeno mettendoti le cuffie e alzando il volume al massimo, perché lo senti attraverso i piedi. Che suono ha Nona e Tredicesima? Un accordo «aperto», gravido di possibilità/potenzialità. Come quando «lei» si è fermata accanto al pianoforte, dopo che anche i bevitori più incalliti avevano gettato la spugna e se n’erano andati. Appena arrivata a New York, lei gli chiede se conosce un posto dove può dormire la notte. Sliding doors. Possibilità infinite sollevate dalla domanda, come dall’accordo Nona e Tredicesima che lui sta suonando; possibilità fluttuanti nell’aria per tutto il tempo che le note ci mettono a sfaldarsi. Una: lui la invita a casa sua, nasce una bellissima storia d’amore, matrimonio e figli. Gli pare, anzi, di sentir piangere una delle bambine. No: è lo stridore delle porte del garage della ditta di trasporti.

Le cose, in effetti, non sono andate proprio così. Lui le ha consigliato un «eccellente» B&b lì vicino, ora sta ancora suonando i suoi accordi, Nona e Tredicesima: infinite, irrisolte possibilità.

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