Tre casi da risolvere
per Petri e Miceli

Brescia si tinge di giallo nella nuova avventura della coppia di detective nata dalla penna Gianni Simoni, ex magistrato con la passione della scrittura.

Brescia ancora in giallo nel poliziesco dell’ex magistrato con la passione della scrittura Gianni Simoni «Lo specchio del barbiere» (Ed. Tea, pp. 320, euro 12), dove l’ormai affiatata coppia del giudice in pensione Petri e del commissario Miceli è alle prese con ben tre casi da risolvere. L’omicidio in una nota tabaccheria del centro, il ritrovamento del cadavere di un neonato in un cassonetto e le strane persecuzioni ai danni della proprietaria di una pensione a Montisola hanno in realtà un filo comune.

Nell’epilogo anche i lettori meno scafati scopriranno, infatti, che può avvenire di avere tutti gli elementi per risolvere un mistero sotto gli occhi, ma si riesce a capirli solo a patto di superare la confusione generata dall’averli troppo vicini e come riflessi in uno specchio. Così il bisogno dell’ordine e dell’happy-end vengono appagati, almeno nella finzione romanzesca. Merito soprattutto dell’acume di Carlo Petri (and company), che non disdegna di inserire pure una critica sociale ora bonaria ora più tagliente. Un romanzo piacevole, sulla stessa linea di <Un mattino di ottobre> e <Commissario, domani ucciderò Labruna>. Del nostro Simoni-Petri è attesa a breve la quarta indagine della serie. Parola di ex togato, appunto.

INFO UTILI

GIANNI SIMONI

Lo specchio del barbiere

Tea

320 pagine

12 euro

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