Un mondo immaginario
a metà tra Tolkien e Lewis

La storia personale di Christopher Paolini ha il sapore della fiaba: nel 2002 furono i suoi genitori a finanziare la pubblicazione del suo primo libro «Eragon». Nel giro di due anni era già diventato un bestseller internazionale, con milioni di copie vendute in tutto il mondo.

In seguito Paolini ha continuato scrivendo altri tre capitoli del «Ciclo dell’eredità», che hanno ispirato anche un film («Eragon», nel 2006, risultato però un flop). Otto anni dopo Paolini è tornato nel mondo di Eragon e del suo drago Saphira con «La forchetta, la strega e il drago» (Rizzoli), il quinto volume della saga, una raccolta di racconti ambientati ad Alagaësia, un mondo immaginario a metà tra le Terre di mezzo di Tolkien e le «Cronache di Narnia» di C.S. Lewis.

Questa serie fantasy è un lungo romanzo di formazione a puntate in cui Eragon, un giovane cresciuto in campagna, diventa Cavaliere dei draghi e lotta con il suo drago Saphira contro il malvagio re Galbatorix. I personaggi ricordano da vicino i mondi di Tolkien e Lewis: ci sono nani, elfi, orchi, draghi, battaglie epiche, segreti, vendette. Come nel «Signore degli anelli» tornano - anche se in una versione e con una struttura più semplice - la lotta tra bene e male e la tentazione del potere. Sono lontane le atmosfere oscure e un po’ torbide de «Il trono di spade» di George R.R. Martin. Questi racconti brevi, in cui si rivedono i personaggi più amati della saga, offrono ambientazioni affascinanti, un’atmosfera intrisa di magia e mistero, sono costruiti per catturare anche i lettori più giovani.

Nel primo Eragon deve affrontare una lunga serie di responsabilità e doveri: costruire una fortezza, vegliare le uova dei futuri draghi, tenere a bada popoli belligeranti. Nel futuro di un eroe coraggioso, votato all’azione - suggerisce Paolini con la giusta dose d’ironia - possono esserci anche parecchie scartoffie: «Troppo lavoro - dice Eragon - Non riesco a venirne a capo, e per questo mi è impossibile pensare ad altro. Mi sento prosciugato». Eragon ritrova in sogno il fratellastro Murtagh, compaiono oggetti magici, una forchetta diventa un’arma micidiale.

Nell’ultima parte del libro Paolini segue le vicende di Ilgra, giovane sciamana, e della sua lunga caccia al drago Vermund il Bieco, assassino spietato che ha ucciso suo padre e sterminato il suo popolo. Paolini immagina le sue storie come se fossero narrate intorno a un focolare, con un tono caldo, familiare, che allarga gli orizzonti nella fantasia ma spinge anche a riflettere - con leggerezza - su se stessi e sulla vita. 

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