L'appendicectomia
andrà in pensione

L'appendicectomia potrebbe far presto la fine dell'intervento alle tonsille nel novero delle operazioni non più necessarie se non in casi eccezionali. Lo sostengono ricercatori britannici secondo cui nella maggioranza dei casi la terapia antibiotica può rappresentare una alternativa sicura e efficace al bisturi del chirurgo.

L'appendicectomia potrebbe far presto la fine dell'intervento alle tonsille nel novero delle operazioni non più necessarie se non in casi eccezionali. Lo sostengono ricercatori britannici secondo cui nella maggioranza dei casi la terapia antibiotica può rappresentare una alternativa sicura e efficace al bisturi del chirurgo.

«Il consenso generale era che l'appendice andava tolta al primo sintomo di infiammazione», ha sostenuto Dileep Lobo, chirurgo gastroenterologo all'Università di Nottingham.

L'appendicetomia è in effetti il protocollo di cura dell'appendice infiammata fin dal 1889. È una operazione relativamente semplice: «Il pane e burro per tutti gli apprendisti chirurghi», ha detto il dottor Lobo le cui nuove raccomandazioni sono il frutto di un riesame di quattro test clinici da cui è emerso che la terapia antibiotica aveva funzionato in due terzi dei casi senza i rischi di complicazione legati all'intervento.

I medici di Nottingham hanno messo in guardia che il ricorso all'antibiotico vale solo per i casi non complicati. E ad ogni buon conto se in 48 ore i farmaci non risolvono l'infiammazione l'intervento del chirurgo è di rigore.
Se veramente l'appendicectomia dovesse diventare fuori moda, seguirebbe l'esempio di altri interventi popolari in passato che oggi non sono più praticati: 50 anni fa a quasi tutti i bambini venivano di routine rimosse le tonsille in uno sforzo mal guidato di proteggerli dalla tonsillite.

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