Vene varicose
Come difendersi

L'insufficienza venosa cronica è un disturbo caratterizzato da un difficoltoso ritorno venoso al cuore ed è una patologia ampiamente diffusa nella popolazione tanto che i suoi sintomi (gonfiore, pesantezza, formicolii, prurito, dolore) e segni (capillari dilatati, vene varicose, ulcerazioni) possono talvolta diventare severamente invalidanti. Si stima che circa il 30% della popolazione italiana femminile e il 15% di quella maschile ne sia affetta in varia misura.

«La risoluzione dei sintomi e dei segni - dice il chirurgo - rappresenta l'obiettivo primario di ogni trattamento, sia farmacologico, chirurgico o endovascolare. Accanto all'approccio farmacologico con prodotti di nuova generazione si sono consolidati interventi alternativi, fermo restando che l'intervento chirurgico tradizionale, la safenectomia, o tecniche chirurgiche innovative offrono alte garanzie di successo e permettono il trattamento in "one day surgery". In particolare, il trattamento endovascolare sembra garantire ottimi risultati nell'immediato e nel lungo termine. I nostri operatori propongono innanzitutto un inquadramento diagnostico per poi valutare il tipo di trattamento più adatto, cui farà seguito il follow-up».

Con il caldo può succedere a chi fa vita sedentaria, lunghi viaggi ma anche a chi fa ampio uso di farmaci, di avere soprattutto la sera piedi gonfi e gambe pesanti. Spesso e volentieri la causa va ricercata in un non ottimale stile di vita a cui si può porre rimedio innanzitutto con il movimento e una sana alimentazione, ma è comunque un segnale da non trascurare perché può essere la spia di una patologia a livello del sistema venoso quale l'insufficienza venosa.

«Il sistema venoso - spiega Marco Setti, responsabile della Chirurgia vascolare di Humanitas Gavazzeni - è formato da un sistema profondo all'interno dei muscoli e da un sistema superficiale degli arti inferiori costituito dalla grande e piccola safena e dai loro vasi affluenti, che ha la funzione di raccogliere il sangue periferico dalla gambe e indirizzarne il flusso verso il cuore. L'efficacia del sistema safenico, la cui circolazione avviene in senso contrario alla gravità quando si sta in piedi, dipende in gran parte dal corretto funzionamento delle valvole venose. Il malfunzionamento valvolare è la causa principale delle varici perchè può favorire il reflusso del sangue e la conseguente dilatazione venosa».

Una spia quindi che va segnalata al medico di medicima generale (il proprio medico di famiglia) o allo specialista proprio per stabilire se ci siano delle vene varicose.

«Se si sospetta un'insufficienza venosa, quindi la presenza di varici, vene dilatate che interessano prevalentemente gli arti inferiori - prosegue Setti -, dopo un trattamento medico iniziale con utilizzo di calze riposanti o terapeutiche, si deve effettuare un esame ultrasonografico non invasivo, l'eco color Doppler, che ci dirà se si è necessario intervenire chirurgicamente con la safenectomia (sfilare la grande safena) o, in casi in cui l'anatomia del paziente lo permetta, con la termo ablazione Laser indotta, un intervento meno invasivo che dà risultati ottimi» precisa il dottor Setti. Il fastidio però della pesantezza delle gambe o dei piedi gonfi, soprattutto nelle donne e maggior ragione se in gravidanza, nelle ore serali, può insorgere come dicevamo anche indipendentemente da una patologia.

«Una volta esclusa la presenza di patologia sistemica grave (insufficienza cardiaca, epatica, renale), i consigli sono di evitare di indossare indumenti come i pantaloni troppo stretti, mantenere una buona pulizia intestinale e una buona alimentazione, fare movimento» aggiunge il dottor Setti.

Spesso le gambe gonfie sono anche associate alla patologia della cosiddetta «economy class», legate ai lunghi viaggi in aereo. «Si tratta di una patologia che può interessare chi viaggia per molte ore in aereo e si trova purtroppo in una posizione rannicchiata, di solito nei posti a sedere delle classi economiche, o di ridotta mobilità, con una percentuale più rilevante nelle donne che assumono da molti anni la pillola anticoncezionale senza controllare la coagulazione del sangue. È possibile infatti che senza un attento controllo si possano sviluppare complicanze flebitiche e/o trombo-emboliche. È vero che di fronte ad un viaggio a lungo raggio si possono assumere farmaci anticoagulanti - conclude il responsabile della Chirurgia vascolare di Humanitas Gavazzeni - ma è importante che comunque si tenga monitorata la situazione per non incorrere in pericolosi rischi».

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