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Nuove tecnologie

Una tecnica innovativa, precisa e sicura per risolvere problemi di miopia, ipermetropia, astigmatismo o presbiopia (i più comuni disturbi refrattivi), con tempi di ripresa più brevi rispetto alle metodiche solitamente usate, a patto però che sia usata da mani esperti.

Una tecnica innovativa, precisa e sicura per risolvere problemi di miopia, ipermetropia, astigmatismo o presbiopia (i più comuni disturbi refrattivi), con tempi di ripresa più brevi rispetto alle metodiche solitamente usate, a patto però che sia usata da mani esperti.



Si chiama «femtosecondo laser» ed è una delle ultime novità nel campo della chirurgia refrattiva, disponibile al Policlinico San Marco di Zingonia, primo centro della bergamasca a dotarsene.

Ne parliamo con il dottor Giulio Leopardi, il dottor Antonio Perez e il dottor Tullio Perrucchini dell'equipe del reparto di Oculistica, noto per i trattamenti laser refrattivi che negli anni hanno permesso a migliaia di Bergamaschi di abbandonare o drasticamente ridurre l'utilizzo degli occhiali correttivi. «La tecnica fino ad ora adottata a Zingonia ha visto come principale protagonista il laser ad eccimeri utilizzato con tecnica di superficie», spiega il dottor Leopardi.

«Questa metodica consiste nell'asportazione dell'epitelio corneale (lo strato più superficiale della cornea, la lente esterna dell'occhio). Il raggio laser provvede poi a costruire sulla superficie anteriore della cornea disepitelizzata la lente che serve per correggere il difetto refrattivo del Paziente (Prk). Esiste però un'altra grande famiglia di trattamenti laser refrattivi, la Lasik, che prevede come primo tempo, anziché la disepitelizzazione, il taglio tangenziale della cornea, che viene "aperta" affinché il laser possa costruire la lente correttiva all'interno della cornea stessa».

Gli attuali microcheratomi, cioè i bisturi che conducono il taglio di cui si è detto, hanno margini di errore e se non utilizzati da mani espertissime su pazienti molto collaboranti possono condurre il taglio ad un'altezza variabile. «A fronte dei vantaggi della Lasik (assenza di dolore nei giorni successivi il trattamento e più veloce riabilitazione dell'interessato) quindi molti chirurghi hanno privilegiato la Prk, sicuri che la robustezza della cornea fosse maggiormente rispettata dalla tecnica di superficie» aggiunge il dottor Perez. Da qualche anno però si è affacciato nel mondo della chirurgia refrattiva un nuovo tipo di laser, denominato femtosecondo dalla sua velocità di emissione del raggio.

«Si tratta di un laser in grado di condurre il taglio della cornea con precisione micrometrica, nettamente superiore a quella di qualunque lama chirurgica, e a una costante profondità seguendo la curvatura corneale qualunque essa sia» continua il dottor Perez.
«Questi strumenti hanno ormai ampiamente superato la fase sperimentale ed il loro impiego sta uscendo dal campo della chirurgia refrattiva, per proporsi anche nella correzione del cheratocono e nella chirurgia della cataratta» gli fa eco il dottor Perrucchini.

Una tecnica innovativa e promettente che il Policlinico di Zingonia ha deciso di mettere a disposizione dei suoi pazienti. «Ci piace sottolineare che il Policlinico, nonostante i tempi di crisi, crede fortemente nell'innovazione e mette a disposizione di pazienti affetti da difetti refrattivi particolari questa nuova metodica accollandosene i costi tecnologici» sottolinea ancora il dottor Leopardi. «Dopo 12 anni di chirurgia laser di superficie (Prk), riteniamo che alcuni difetti refrattivi importanti possano beneficiare di questa tecnica innovativa, con la preparazione del taglio corneale condotto dal femtosecondo laser e quindi con il tradizionale laser ad eccimeri che incide nell'interno della cornea la lente correttiva».

In conclusione, il femtosecondo laser permette di trattare alcuni difetti refrattivi che troverebbero risoluzione anche con la Prk condotta dal solo laser ad eccimeri ma con tempi di guarigione estremamente lunghi. «I trattamenti su miopie molto elevate invece non sono consentiti né con la Prk né con la tecnica femtoassistita: il limite invalicabile rimane lo spessore della cornea umana e non si vede all'orizzonte, in questo momento, uno sviluppo tecnologico che ponga fine a questa limitazione. I miopi molto elevati possono però trovare soluzione ai loro problemi, qualora non si ritengano soddisfatti dalle lenti a contatto o dagli occhiali, da un intervento chirurgico che impianta una lente all'interno dell'occhio», conclude il dottor Perez.

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