Alzheimer, più vittime
Atteso «boom» di casi

Il nome di Sean Connery non farà parte della lista, visto che ha smentito le indiscrezioni che lo volevano malato di Alzheimer, ma l'elenco di personaggi colpiti da questo "male silenzioso", per cui al momento non c'è una cura e i cui stessi fattori scatenanti non sono del tutto noti, è molto lungo, e destinato inevitabilmente a lievitare.

L'invecchiamento della popolazione, spiegano diversi studi, farà esplodere il numero di casi nella prossima generazione, mettendo a rischio la stessa stabilità dei sistemi sanitati.

Da Ronald Reagan a Margaret Thatcher, passando per Agatha Christie e lo "Scotty" di Star Trek James Doohan, sono molti i "vip" che, come decine di milioni di persone nel mondo, hanno sviluppato la malattia. Nel 2010, registra il Rapporto Mondiale Alzheimer, nel mondo soffrivano di qualche forma di demenza più di 35 milioni di persone, ma nel 2030 saranno 67,5 milioni e tra quarant'anni, nel 2050, oltre 115,4 milioni.

"La demenza, di cui l'Alzheimer è la causa più comune, colpisce le persone di tutti i paesi - afferma l'Oms - con più di metà dei casi, il 58%, in quelli a basso e medio reddito. Nel 2050 questa cifra tenderà ad aumentare, fino a superare il 70%".

Anche la situazione europea non è rosea. I malati con demenza in Europa, afferma uno studio del King's College di Londra, sono 7,3 milioni di cui circa un milione in Italia e la stima dei ricercatori britannici indica che in Europa questo numero aumenterà del 43 per cento nel 2020 e del 100 per cento nel 2040.

Cifre molto alte, destinate a pesare sempre di più sui bilanci sanitari mondiali che già oggi devono affrontare un peso stimato di 604 miliardi di dollari, e che crescerà di pari passo al numero dei casi. "Questa cifra - riporta sempre l'Organizzazione Mondiale della Sanità - include sia i costi diretti di terapie e ricoveri sia la perdita di guadagni dei pazienti e di chi deve fare loro assistenza".

Le speranze sono riposte nella ricerca, con moltissimi gruppi in tutto il mondo a caccia di risposte sia sulle cause scatenanti della malattia, che potrebbe essere dovuta a un mix di fattori genetici e ambientali, sia su possibili terapie.

Il problema è talmente sentito che è parte integrante del grande progetto sul cervello varato dal presidente Usa Barack Obama lo scorso aprile, che impegna 100 milioni di dollari che diventeranno tre miliardi nei prossimi anni nella mappatura approfondita del cervello, una missione difficile che però potrebbe dare tutte le risposte.

Pier David Malloni

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