Piercing, almeno 1 su 4causa complicazioni

Oltre il 25% delle persone che si fanno un piercing va incontro a complicazioni. Lo afferma il primo studio medico in materia condotto dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine lavorando su un campione di oltre 10 mila persone, dai 16 anni in su, 1049 dei quali avevano un piercing. L’1% dei giovani tra i 16 e i 24 anni che si fanno un piercing in punti diversi dai lobi delle orecchie finisce inesorabilmente in ospedale.

Dalla statistica è emerso che le donne, i giovani e le persone di classi sociali inferiori sono le categorie più propense a farsi fare un piercing. I punti più comuni sono l’ombelico (33%), il naso (19%) e le orecchie (13%), seguiti da lingua e capezzolo (entrambi al 9%), sopracciglio (8%), labbra (4%) e parti intime (2%).

Il piercing all’ombelico è il più comune tra le donne ed uno dei meno diffusi tra gli uomini. Punto preferito dagli uomini per farsi mettere un anellino è invece il capezzolo, scelta molto meno comune tra le donne. Tra i disturbi più comuni che possono provocare vi sono gonfiori, perdita di sangue e infezioni.

A richiedere più attenzione e a causare problemi sono in particolare il piercing alla lingua (50%), alle parti intime (45%) e ai capezzoli (38%). In Gran Bretagna non vi sono stati casi di trasmissione di virus come HIV o epatite attraverso i piericng, ma il rischio, avvertono gli studiosi, rimane ed occorre quindi prendere le dovute precauzioni rivolgendosi a studi di piercing affidabili.

(21/06/2008)

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