Analisi del sangue, no letture fai-da-te
Il referto lasciamolo valutare al medico

Permettono di tenere sotto controllo il nostro generale stato di salute e al contempo possono evidenziare qualcosa che non va e che deve, quindi, essere ulteriormente indagato.

Parliamo degli esami di laboratorio, gli «esami del sangue», che i medici prescrivono per capire come sta il nostro organismo, e che guidano oltre il 70% delle decisioni cliniche.

«È vero che gli esami di base (come ad esempio emocromo, esami delle urine, transaminasi, glicemia) danno già un quadro generale delle condizioni cliniche del paziente, ma non possono essere standardizzati e vanno sempre adattati alla singola persona – spiega Claudia Filippi, responsabile del Laboratorio Analisi di Humanitas Gavazzeni –. I fattori da valutare variano in base al sesso, all’età, alle patologie in corso, alle terapie. Va sempre fatta dal medico una anamnesi sulla cui base verranno prescritti gli esami di laboratorio i quali, una volta refertati, andranno letti dallo specialista. I risultati vanno infatti visti nella complessità medica della singola persona, evitando autodiagnosi». In questi anni il settore della medicina di laboratorio di Humanitas Gavazzeni ha incrementato le indagini di biologia molecolare, per valutare le anomalie del Dna e che possono essere possibili indici di malattie, così come è aumentato lo screening degli esami trombofilici per valutare la predisposizione a sviluppare trombosi. Test genetici sempre più richiesti, la cui prescrizione è riservata esclusivamente agli specialisti.

Sul fronte della sicurezza e del controllo del lavoro di laboratorio, la dotazione di strumentazione tecnologicamente d’avanguardia e la completa informatizzazione dell’intero processo analitico consentono di eseguire gli esami con tempestività. «I campioni (sangue, liquidi biologici), già al momento del prelievo vengono dotati di un’etichetta ”barcode” contenente tutte le informazioni necessarie: generalità del paziente e tipologia di analisi richiesta – spiega la dottoressa Filippi -. Tutto è poi automatizzato: il software del laboratorio legge il ”barcode” e carica la richiesta sullo strumento che deve eseguire l’esame richiesto. Lo stesso strumento, una volta eseguita l’analisi, trascrive in automatico i risultati sul sistema che gestisce il referto. Un meccanismo creato per evitare errori di lettura o trascrizione».

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