Cancro alle vie biliari
identificate le cause

Un team di scienziati al lavoro tra il centro di ricerca Arc-Net dell’università di Verona e la Johns Hopkins University di Baltimora ha identificato i geni la cui mutazione è responsabile dell’insorgenza di una gran parte di neoplasie delle vie biliari.

La scoperta è stata pubblicata nei giorni scorsi sulla rivista scientifica Nature Genetics. «Grazie all’identificazione - spiega Aldo Scarpa, coordinatore scientifico dello studio del centro scaligero, direttore di Arc-Net - originata dal confronto dei dati di sequenziamento del genoma di questi tumori operata separatamente dai due centri su due diverse casistiche, per la prima volta sarà possibile effettuare una tipizzazione della patologia nei pazienti affetti da questi tumori applicando moderne tecniche di diagnostica molecolare oggi disponibili».

«La scoperta dei geni implicati in questi tumori - prosegue Scarpa - consente di operarne una sottoclassificazione applicando le moderne tecniche di diagnostica molecolare sviluppate nei laboratori dell’Anatomia patologica dell’università di Verona. Questo apre la strada a nuove potenzialità terapeutiche con farmaci mirati in grado di colpire in maniera specifica i diversi sottotipi molecolari di questi tumori».

A rendere possibile il risultato la collaborazione tra l’Oncologia medica universitaria diretta dal professor Giampaolo Tortora e il centro di ricerca Arc-Net, l’attività pluriennale di un centro chirurgico di eccellenza impegnato nella cura delle neoplasie epatiche diretto dal professor Alfredo Guglielmi e la presenza di un gruppo di studio multidisciplinare delle neoplasie del fegato e delle vie biliari, coordinato dal professor Calogero Iacono. Importante anche il coinvolgimento del dottor Filippo de Braud, direttore dell’Oncologia medica dell’Istituto tumori di Milano.

«I tumori delle vie biliari, o colangiocarcinomi, - spiega Alfredo Guglielmi, coautore dello studio - sono neoplasie maligne che originano nei dotti che drenano la bile dall’interno del fegato alla colecisti e da questa all’intestino. In Italia si osservano circa 9500 casi l’anno e 450 nel Veneto. Gli interventi chirurgici per curare tale neoplasia sono molto complessi e per questo necessitano di studio e trattamento in ambienti altamente specializzati».

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