Con lo «Smile»
l’occhio torna a sorridere

Con l’avvicinarsi dell’estate non vedete l’ora di fare un bagno al mare, al lago o in piscina, ma siete stanchi di dover sempre togliere gli occhiali da vista per entrare in acqua? Mettete le lenti a contatto per nuotare ma vi si irritano gli occhi? Volete vederci chiaro e dire addio a occhiali e lenti a contatto in vista dell’estate?

Perché non provate la chirurgia refrattiva, tecnica che permette di correggere i principali difetti visivi (miopia, ipermetropia e astigmatismo) in modo veloce e sicuro grazie all’utilizzo di laser di ultima generazione.

Ce ne parla il dottor Giulio Leopardi, responsabile dell’unità di oculistica del Policlinico San Pietro e oculista di Smart Clinic, struttura sanitaria del Gruppo ospedaliero San Donato all’interno del centro commerciale Oriocenter. Qui è attivo il Centro di chirurgia refrattiva, dotato della piattaforma più completa e innovativa oggi disponibile per questo tipo di interventi. Oltre alle metodiche tradizionali, con laser a eccimeri (con tecnica Prk) e femtolaser (con tecnica Lasik), è possibile sottoporvi alla nuovissima tecnica mini-invasiva «Smile» che garantisce risultati ottimali con tempi di recupero pressoché immediati per il paziente.

La tecnica Smile è praticata con lo strumento femtolaser di Zeiss, l’unico che permette una grande precisione di taglio e dotato di devices applicativi altamente tecnologici.

Dottor Leopardi, in cosa consiste la tecnica «Smile»?

«Smile (small incision lenticule extraction) è una denominazione poco conosciuta, ma nel 2017 nel mondo è stato festeggiato il milione di procedure, di cui 5.000 in Italia. Questa tecnica è praticabile sugli occhi miopi o con astigmatismo associato a miopia, mentre sono esclusi, almeno per il momento, gli ipermetropi. Il femtolaser prepara all’interno della cornea con due tagli (uno inferiore e l’altro superiore, alla profondità stabilita dal chirurgo in base alle caratteristiche dell’occhio) un dischetto (lenticolo) dello spessore richiesto dal valore di correzione voluto. Attraverso una microincisione di circa due millimetri, sempre praticata dal femtolaser, il chirurgo estrae il lenticolo. Quanto più elevato è il valore di correzione richiesto, tanto più spesso sarà il lenticolo. La precisione del femtolaser, vero e proprio laser chirurgico, è inimmaginabile per qualsiasi tipo di bisturi, trattandosi di un’emissione calcolabile, appunto, in femtosecondi».

Che vantaggi offre?

«La micro incisione mantiene intatti gli strati corneali superiori, riduce l’incidenza di infezioni e accelera la guarigione. Inoltre, limita l’insorgenza della sindrome dell’occhio secco, poiché diminuisce il numero di nervi recisi».

Passiamo ora alle metodiche più tradizionali, come funzionano?

«Il laser a eccimeri (con tecnica Prk) rimodella la superficie anteriore della cornea, la prima lente dell’occhio, dopo che meccanicamente viene asportato l’epitelio di superficie (procedura di disepitelizzazione). Si scolpisce una “lente a contatto naturale” del potere diottrico desiderato per la correzione del difetto. Solo la precisione del raggio laser permette di asportare lembi di tessuto corneale di un micron (un millesimo di millimetro) a ogni “spot” (colpo). Il femtolaser (con tecnica Lasik) viene invece usato per tagliare sagittalmente la cornea e in seguito si procede con l’utilizzo del laser a eccimeri. Queste due metodiche consentono di correggere miopia, ipermetropia e, dove presente, l’astigmatismo».

Chi sono i candidati ideali alla chirurgia refrattiva?

«Ci si può sottoporre alla chirurgia refrattiva se il difetto visivo è stabile da almeno due anni. Fondamentale è quindi la fase pre-operatoria e in particolare l’esatta valutazione del difetto refrattivo, della curvatura e dello spessore corneali, del diametro della pupilla. Per questo motivo vengono effettuati con grande attenzione gli esami preliminari e questi parametri vengono valutati più volte».

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