Fibrosi polmonare idiopatica
Terapia rallenta il declino delle funzioni

La Commissione Europea (CE) ha approvato nintedanib per il trattamento della fibrosi polmonare idiopatica (FPI) successivamente alla valutazione con procedura accelerata e dopo che lo scorso 20 novembre il CHMP aveva espresso il parere positivo. Nintedanib - rende noto Boehringer Ingelheim - sarà commercializzato nella UE con il marchio OFEV®.

La fibrosi polmonare idiopatica è una malattia invalidante e con esito infausto, la sopravvivenza mediana è di 2-3 anni dal momento della diagnosi.

Il coordinatore dello studio clinico, Luca Richeldi, docente di Malattie polmonari interstiziali dell’Università di Southampton, Regno Unito, ha dichiarato: «Sino a poco tempo fa, le opzioni terapeutiche a disposizione dei pazienti con FPI erano limitate. L’approvazione di nintedanib nella UE offre ai pazienti colpiti da una malattia che ne mette a rischio la vita, la scelta di una terapia di provata efficacia. I dati clinici dimostrano che nintedanib riduce di circa la metà il declino annuo della funzionalità polmonare. I dati dimostrano, inoltre, che nintedanib riduce il rischio di riacutizzazioni gravi che possono comportare ricovero ed esito infausto».

«L’approvazione di questa terapia nella UE segna un progresso importante per rispondere al forte bisogno insoddisfatto dei pazienti con FPI. I pazienti colpiti da questa patologia cronica invalidante hanno ora a disposizione una nuova opzione terapeutica, che ha dimostrato di avere un effetto clinicamente significativo sulla loro malattia - ha dichiarato Klaus Dugi, Chief Medical Officer, Boehringer Ingelheim -. Questa approvazione è un’altra pietra miliare nella continua attività di ricerca e innovazione di Boehringer Ingelheim nell’ambito delle malattie rare per i pazienti in senso ampio e, nello specifico, per quelli colpiti da una malattia così grave come la fibrosi polmonare idiopatica».

Le persone colpite dalla fibrosi polmonare idiopatica nel mondo sono 14-43 ogni 100.000, più comunemente soggetti con più di 50 anni. La FPI causa la formazione di tessuto cicatriziale permanente a livello polmonare e questo determina la diminuzione della quantità di ossigeno che i polmoni possono fornire agli organi principali. «È straordinario che oggi i pazienti con FPI possano disporre di soluzioni terapeutiche. Questa approvazione offre una speranza importante ai pazienti con questa grave malattia e alle loro famiglie» ha dichiarato Toby Maher, Specialista in Malattie Respiratorie presso il Royal Brompton Hospital di Londra, Regno Unito.

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