Il rischio di morte entro 5 anni?
Ora lo calcola un esame del sangue

Ideato un test del sangue per misurare il rischio di un individuo di morire per qualunque malattia nel giro di cinque anni dall’esecuzione del prelievo. Il test è stato sviluppato nell’ambito di una ricerca pubblicata sulla rivista Plos Medicine.

Ideato un test del sangue per misurare il rischio di un individuo di morire per qualunque malattia nel giro di cinque anni dall’esecuzione del prelievo. Il test, sviluppato nell’ambito di una ricerca pubblicata sulla rivista Plos Medicine, si basa sulla presenza in certe concentrazioni di quattro molecole nel sangue, quattro «bioindicatori», chiamati albumina, Alfa 1-glicoproteina acida, citrato e particelle lipopotreiche a densità molto bassa di una determinata dimensione.

Di queste quattro molecole, solo l’albumina era stata già associata al rischio di morte in precedenti studi. Condotto in collaborazione tra scienziati di vari istituti di ricerca e atenei finlandesi tra cui Università di Oulu e Università della Finlandia orientale e coordinato dal professor Markus Perola dell’Istituto finlandese per la Salute e il Welfare, il lavoro è importante perché per la prima volta evidenzia la possibilità di stabilire con un semplice prelievo di sangue il rischio di morire nel giro di pochi anni dall’esame di persone sane, scovando anche quegli individui solo apparentemente in salute ma che, invece, covano qualche problema dalle conseguenze fatali per l’immediato futuro.

Per arrivare a selezionare i quattro bioindicatori i ricercatori hanno usato un metodo sviluppato in Finlandia che si chiama spettrometria a risonanza magnetica nucleare, che consente di esaminare centinaia di molecole presenti nel sangue in diverse concentrazioni, il tutto in poco tempo e in maniera costo-efficace. Usando la metodologia su campioni di sangue di 17 mila persone tutte in buona salute all’inizio dello studio, gli esperti sono arrivati a individuare i 4 bioindicatori del rischio di morte a cinque anni. In pratica gli esperti hanno visto che determinate concentrazioni di quelle quattro molecole nel sangue di un individuo corrispondevano ad un certo rischio di morire entro cinque anni dal prelievo di sangue effettuato.

I risultati del test del sangue restano validi indipendentemente dall’età anagrafica del soggetto e da eventuali fattori di rischio individuali quali fumo, obesità, sedentarietà. Ciò che è particolarmente interessante, conclude un autore del lavoro, Johannes Kettunen dell’Istituto finlandese di Medicina Molecolare, è che questi marcatori riflettono il rischio di morire per malattie di tipo molto diverso tra loro, come le malattie cardiache o il cancro. In sostanza le quattro molecole su cui si basa l’esame del sangue sembrano degli ottimi indicatori di misura della fragilità generale dell’organismo. Adesso bisognerà capire in che modo queste molecole sono collegate alla fragilità individuale.

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