Nuovo dietrofront
sul colesterolo

Le nuove linee-guida per il trattamento del colesterolo, annunciate con gran fanfara la scorsa settimana come una rivoluzione nella prevenzione degli infarti, potrebbero essere clamorosamente sbagliate. Imbarazzo e violente polemiche tra i top esperti.

Imbarazzo e violente polemiche tra i top esperti del College americano di cardiologia e dell’American heart association: le nuove linee-guida per il trattamento del colesterolo, annunciate con gran fanfara la scorsa settimana come una rivoluzione nella prevenzione degli infarti, potrebbero essere clamorosamente sbagliate. Basate su un errore di calcolo dei rischi - appunto di infarto e ictus - del calcolatore messo a punto dagli stessi massimi cardiologi americani.

A denunciare lo scandalo a porte chiuse in corso a Dallas, al meeting annuale dell’American heart association, è il «New York Times» in un articolo di prima pagina: a rivelare l’errore del calcolatore dei pericoli cardiovascolari, che di fatto porterebbe ad una escalation fuori misura delle persone che devono prendere i farmaci anti-colesterolo di statine, sono due professori di Harvard. Paul M. Ridker e Nancy Cook - in un commentario sulla rivista «Lancet» - hanno reso noto di aver indicato il clamoroso sbaglio del calcolatore ben un anno fa ai cardiologi americani, che avevano fatto prevenire loro una bozza delle linee-guida in via di revisione.

Dopo aver visto l’annuncio delle nuove raccomandazioni dei colleghi Usa, Ridker e Cook hanno sottoposto a nuova valutazione il calcolatore dei rischi usando tre vasti studi, che hanno coinvolto migliaia di pazienti seguiti per almeno 10 anni.

Mettendo a confronto i rischi di infarto o ictus previsti dal calcolatore per queste migliaia di pazienti con gli infarti realmente avvenuti nei 10 anni considerati, gli studiosi hanno evidenziato una stima in eccesso dei rischi da parte del calcolatore tra il 75 ed il 150%.

In pratica, un uomo con un rischio reale del 4% di incorrere in un ictus o infarto risulterebbe correre invece un pericolo dell’8%, e secondo le nuove raccomandazioni americane finirebbe sotto trattamento a base di statine per nulla. «Errori di questo calibro vanno riconciliati e risolti prima che i nuovi modelli di calcolo dei pericoli vengano implementati. Altrimenti la stima fuori luogo dei rischi porterà ad un uso dei medicinali eccessivo», hanno scritto i due esperti.

Lo stesso ex presidente dell’«American college of cardiology», Steven Nissen ha dichiarato: «È sconvolgente. Dobbiamo prenderci una pausa e rivalutare il nuovo approccio prima che sia applicato».

Ma i dirigenti in carica della commissione di cardiologi che aveva creato le nuove indicazioni, sono più cauti: «Dobbiamo vedere se le preoccupazioni sollevate sono sostanziali - ha detto al New York Times, Sidney Smith direttore del comitato - dobbiamo verificare se cambiamenti sono necessari».

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