Prima regola contro l’influenza
La cosa più semplice: lavarsi le mani

«La prima cosa è rispettare le comuni norme igieniche: lavarsi le mani frequentemente con acqua e sapone, avendo cura di sfregare accuratamente palmo, dorso e dita per 40-60 secondi e togliendo eventuali anelli. Occorre anche areare spesso i locali, evitare per quanto possibile il contatto, come baci e abbracci, perché il contagio avviene principalmente con le goccioline diffuse attraverso la tosse o gli starnuti».

Con l’arrivo del picco influenzale, tanti italiani sono costretti a letto o in casa da fastidiosi sintomi. Per capire come prendersi cura di se stessi e dei propri familiari malati, chiediamo consiglio ad Amidio Testa, responsabile della Medicina di Humanitas Gavazzeni.

Dottor Testa, ci sono modi per prevenire l’influenza?

«La vaccinazione antinfluenzale è consigliata, specie per i soggetti a rischio: anziani, persone con altre patologie ma anche professionisti che lavorano in ospedali, case di cura, scuole. Inoltre, si può fare prevenzione primaria con una dieta che prediliga frutta, verdura e cibi ricchi di vitamina C. Per rafforzare le difese immunitarie è importante anche l’attività fisica aerobica».

Se in casa qualcuno sta male, cosa si può fare per limitare le possibilità di contagio?

«La prima cosa è rispettare le comuni norme igieniche: lavarsi le mani frequentemente con acqua e sapone, avendo cura di sfregare accuratamente palmo, dorso e dita per 40-60 secondi e togliendo eventuali anelli. Occorre anche areare spesso i locali, evitare per quanto possibile il contatto, come baci e abbracci, perché il contagio avviene principalmente con le goccioline diffuse attraverso la tosse o gli starnuti. O attraverso il contatto diretto con le secrezioni respiratorie contaminate. In casa, in ufficio e a scuola questo passaggio è più facile. È bene inoltre rispettare il “galateo della tosse”: usare fazzoletti di carta quando si starnutisce o tossisce e gettarli subito nei rifiuti; se non si ha un fazzoletto, starnutire o tossire nella piega del gomito per evitare di contaminare le mani».

In caso di virus gastrointestinale, come possiamo alleviare i sintomi?

«Si consiglia di mantenersi idratati con acqua o tea, senza zucchero oppure minimamente dolci nei primi giorni di malattia, associati a fermenti lattici. Successivamente si inizia a introdurre cibi digeribili come riso e patate lesse. No a bevande gassate e ricche di zuccheri e a cibi difficili da digerire. Da evitare anche l’assunzione di farmaci antidiarroici».

Se invece si è colpiti alle vie aeree, cosa si può fare?

«Anche in questo caso è importante tenere controllata l’idratazione. Un aiuto viene dai fumenti con acqua, meglio se sulfurea. Sconsigliamo invece di aggiungere all’acqua delle inalazione sostanze tipo eucalipto perché andrebbero ad irritare ulteriormente l’apparato respiratorio».

Quanto dura il decorso dell’influenza?

«Di solito 4-5 giorni. L’influenza di quest’anno anche una settimana. Se dura di più, potrebbe essersi sovrapposta un’infezione batterica o l’infezione virale iniziale ha causato qualche complicanza».

Per quanto si resta contagiosi?

«Finché persistono i sintomi. Per questo si raccomanda sempre di evitare di frequentare luoghi pubblici o affollati quando iniziano i segnali di un disturbo influenzale e di stare a riposo».

L’antibiotico è di aiuto in caso di influenza?

«No, gli antibiotici non vanno assunti senza consultare un medico. Di base perché l’influenza è un’infezione generata da virus sul quale l’antibiotico non ha effetto. In secondo luogo perché l’assunzione indiscriminata di antibiotici porta alla proliferazione di ceppi batterici multiresistenti, un vero problema da debellare. Sarà il medico, dopo accurata visita, a prescrivere eventualmente questi medicinali se si ha infezione batterica in aggiunta all’influenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA