Psoriasi malattia trasmissibile grave
In Italia colpisce tre milioni di persone

La Giornata Mondiale della Psoriasi, che si è svolta in tutto il mondo il 29 ottobre, ha festeggiato i 10 anni con un grande risultato: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha adottato quest’anno una risoluzione che riconosce la psoriasi come malattia non trasmissibile grave che ha un significativo impatto psicosociale e che richiede una maggiore sensibilizzazione pubblica.

La psoriasi entra così a pieno titolo nell’agenda della salute globale, un risultato ottenuto grazie al grande impegno delle Associazione dei Pazienti di tutto il mondo, compresa ADIPSO, l’Associazione per la Difesa degli Psoriasici, di cui quest’anno ricorre il venticinquennale. La Giornata della Psoriasi, che per il 2014 ha scelto il tema «Costruire un mondo migliore per le persone con psoriasi», da quest’anno avrà una risonanza mondiale più importante.

”ADIPSO festeggia i 25 anni dalla sua nascita e i 10 anni della Giornata Mondiale con un traguardo importante, l’adozione della risoluzione dell’OMS, un’importante passo avanti affinchè la psoriasi e l’artrite psoriasica siano affrontate su scala globale - dichiara Mara Maccarone, Presidente ADIPSO -. Vogliamo inviare un messaggio alle organizzazioni e ai professionisti della salute, alle istituzioni sanitarie, al mondo scientifico e universitario, affermando l’esigenza di prestare maggiore attenzione e assegnare più risorse a questa popolazione di pazienti».

Più di 130 milioni di persone nel mondo e 3 milioni in Italia soffrono di psoriasi, una malattia infiammatoria cronica e recidivante della pelle che impatta gravemente sulla qualità di vita.

”La psoriasi e l’artrite psoriasica hanno un impatto significativo e sono spesso associate a complicanze che accompagnano le persone per tutta la vita, eppure la qualità dell’assistenza erogata ai pazienti e l’accesso ai farmaci in Italia presenta ancora una forte variabilità regionale - afferma Mara Maccarone, Presidente ADIPSO -. La Giornata Mondiale 2014 è servita ad aiutare i malati a far sentire la propria voce per difendere i propri diritti ed evitare di essere discriminati, soprattutto per quanto riguarda l’accesso alle terapie. Oggi, a causa dei continui tagli all’assistenza sanitaria e alle diseguaglianze a livello regionale, noi malati corriamo grandi rischi, nonostante la Costituzione sancisca che la salute è un diritto di tutti! C’è quindi un motivo in più per venirci a trovare presso i gazebo e unirsi a noi per assicurare che queste malattie gravi e invalidanti ricevano il giusto riconoscimento di cui hanno bisogno, come ha appena fatto l’Organizzazione Mondiale della Sanità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA