Schiena, se il disco
degenera sono dolori

Definito lombalgia colpisce moltissime persone di età compresa tra i 20 e i 50 anni.

«Il mal di schiena, definito come lombalgia e in fase acuta conosciuto anche come “colpo della strega”, colpisce moltissime persone, spesso in un’età compresa tra i 20 e i 50 anni: parliamo quindi di persone che sono nel pieno delle loro attività relazionali e lavorative; è facilmente intuibile come questo disturbo influisca negativamente sulla vita quotidiana di queste persone». Il dr. Claudio Irace è neurochirurgo, responsabile del centro di chirurgia della colonna vertebrale presso Habilita Casa di Cura «I Cedri» di Fara Novarese, dove riceve e opera i suoi pazienti.

«Chi è colpito dal mal di schiena è costretto ad assentarsi dal lavoro e affrontare molte spese in esami diagnostici, visite e terapie. Il primo passaggio è sicuramente dal medico di famiglia; in caso di persistenza del sintomo sarà necessario contattare lo specialista (fisiatra, ortopedico o neurochirurgo) dopo aver effettuato un esame diagnostico, di solito Risonanza Magnetica o TAC del tratto lombare».

Come si può risolvere questo problema? «Nella maggior parte dei casi – prosegue il Dr. Irace – il problema si risolve con riposo, farmaci e terapia fisica. Alcuni casi, invece, possono trarre beneficio dall’intervento chirurgico. Se il mal di schiena è causato da una discopatia, ovvero da una sofferenza degenerativa del disco che sta fra le due vertebre, si può optare per un intervento di artrodesi vertebrale. Si tratta dell’impianto di un dispositivo in titanio tra due vertebre con lo scopo di proteggere il disco degenerato dai carichi meccanici; l’intervento dura circa un’ora, la degenza è di un paio di giorni e la convalescenza di tre-quattro settimane. Se invece oltre al mal di schiena è presente anche un dolore alla gamba, si parla di sciatalgia (la cosiddetta sciatica). In questi casi ci può essere una discopatia, come per la categoria precedente di pazienti, ma è presente di solito anche un’ernia del disco. In questi casi, se le cure fisiche e farmacologiche non hanno portato benefici concreti, si effettua un intervento microchirurgia di asportazione dell’ernia del disco».

Ci sono soggetti più a rischio di altri per il mal di schiena? «Una volta si riteneva che le persone che svolgevano lavori fisicamente più pesanti fossero più soggette a questo tipo di disturbo. In realtà, analizzando decine di migliaia di persone operate, si è osservato che, al contrario, le persone che rischiano di più per l’ernia discale lombare sono quelle che svolgono lavori impiegatizi, probabilmente perché passano molto tempo in posizione seduta: tale postura prolungata determina un indebolimento della muscolatura addominale e lombare».

Le persone più in là con gli anni invece cosa rischiano? «Chi ha qualche anno in più – continua il Dr. Irace – può avere un disturbo della marcia. Parliamo di persone oltre i 60 anni che cominciano ad avere disturbi alle gambe camminando o stando fermi in piedi per un tempo prolungato; questi disturbi possono essere il formicolio, l’addormentamento o il dolore vero e proprio. Si tratta di un problema molto invalidante perché attività quotidiane semplici, come uscire a fare la spesa o fare una semplice passeggiata, diventano difficili o, nei casi più gravi, impossibili. La causa di questo problema può essere la stenosi, cioè il restringimento, del canale vertebrale lombare; in alcuni casi si può avere il restringimento anche del canale cervicale. Una volta fatta la diagnosi, con una visita specialistica e un esame strumentale (Risonanza Magnetica o Tac), e se le terapie conservative, farmacologiche e fisiche, non hanno avuto successo, si può intervenire chirurgicamente. Parliamo di un intervento mini-invasivo, della durata di circa un’ora, in cui viene allargato il canale vertebrale inserendo uno spaziatore interspinoso; a livello cervicale la procedura decompressiva è la stessa (ma non si usano spaziatori)».

© RIPRODUZIONE RISERVATA