Scoperto 8 nuove molecole
per la cura del morbo di Alzheimer

La buona notizia questa volta arriva dal Centro di Neurodiagnostica e Neuroterapia molecolare del Centro Alzheimer del Mount Sinai School of Medicine di New York, dove un team internazionale di ricercatori diretto dal prof. Giulio Maria Pasinetti ha scoperto otto nuove molecole con elavato potenziale terapeutico per il trattamento della malattia di Alzheimer.

La buona notizia questa volta arriva dal Centro di Neurodiagnostica e Neuroterapia molecolare del Centro Alzheimer del Mount Sinai School of Medicine di New York, dove un team internazionale di ricercatori diretto dal prof. Giulio Maria Pasinetti - bergamasco, da trent’anni negli Stati Uniti d’America - ha scoperto otto nuove molecole con elavato potenziale terapeutico per il trattamento della malattia di Alzheimer.

Si tratta di molecole speciali importantissime, perchè potrebbero essere l’arma che da tempo si aspettava per combattere e sconfiggere l’Alzheimer. Con i suoi collaboratori il prof. Giulio Maria Pasinetti (originario di Borgo Canale) ha portato avanti questo studio basandosi sulle cause principali che danno il via alla malattia di Alzheimer, ovvero il deposito di proteine beta-amiloidi.

Le nuove molecole individuate, oltre a inibire questi depositi, pare siano anche in grado di creare piccoli frammenti proteici che permettono di prevenire il processo formativo del morbo già nelle sue prime fasi. Le recente evidenza che l’esordio clinico della malattia di Alzheimer è oggi considerata il risultato finale di un processo degenerativo che ha inizio decenni prima della sua diagnosi, permetterà lo svluppo clinico delle otto nuove molecole capaci di prevenire il processo degenerativo ancora prima che la malattia si evolva in demenza.

Grazie alla scoperta di queste otto molecole, che sono state sviluppate sia in coltura di cellule neuronali umane sia in quelle di topi transgenici geneticamente determinate a sviluppare sintomi e degenerazione del cervello simile a quella di pazienti Alzheimer, si può adesso sperare di controllare la malattia prima che esploda in tutta la sua potenza. Ma esiste anche la possibilità che, a malattia conclamata, l’azione di queste nuove molecole possano far regredire il processo degenerativo.

Il lavoro è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista american PLoS. Lo studio molecolare, che ha coinvolto ricercatori di ogni parte del mondo, diretto dal prof. Giulio Maria Pasinetti non è nuovo a tali successi. La scoperta delle molecole anti-Alzheimer è solo l’ultimo gradino di una catena che continua a donare speranze a medici e pazienti.

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