Tumore al seno
controlli su misura

Ritagliare su misura gli esami clinici alle donne, in funzione delle condizioni generali di salute e delle inclinazioni genetiche. E' la nuova strategia per la lotta al tumore al seno presentata da Francesco Cognetti, direttore di oncologia medica al Regina Elena di Roma, al convegno «International meeting on new drugs in breast cancer», tenutosi a Roma, cui hanno partecipato oltre 300 tra i massimi esperti mondiali del settore.

La mammografia, spiega Cognetti, dovrà essere «su misura», sulla base di una serie di criteri: presenza di uno o più casi di tumore del seno in famiglia, il sovrappeso, l`aver o meno avuto figli, la sedentarietà, l'assunzione della terapia ormonale sostitutiva, particolari caratteristiche della mammella e interventi precedenti. Questi indicatori permetteranno di definire una scala di tre livelli di rischio.

Le nuove indicazioni sono ormai condivise dal mondo scientifico, spiega Cognetti, e sono già allo studio della Commissione prevenzione e screening del ministero del Welfare, presieduta dal professor Alessandro Del Maschio del San Raffaele di Milano.
«Diventeranno - annuncia - al più presto operative».

Un provvedimento che mira a ridurre i 12mila morti che il tumore del seno causa ogni anno nel nostro Paese, su 38mila nuovi casi.
Infatti, sottolinea, se si interviene ai primissimi stadi, la sopravvivenza raggiunge il 98%. In Italia una donna su 11 rischia di ricevere una diagnosi di tumore del seno nel corso della vita e una su 50 di morirne. L`incidenza è simile in tutte le regioni ma i programmi di screening no: «Esiste una grave differenza - spiega Cognetti - fra Centro-Nord, Sud e Isole. Se nel settentrione 8 donne su 10 dichiarano di aver eseguito almeno una mammografia preventiva, la percentuale scende a una su 2 nell`Italia meridionale».

Le italiane guarite dal tumore del seno sono oggi circa 500mila, merito di una strategia su più fronti: prevenzione, nuove terapie, ma anche ricerca. «Pur con molte difficoltà strutturali e risorse economiche esigue - sottolinea Cognetti - il nostro Paese può contare su professionisti di primo livello. Vanno segnalati in particolare quelli che aderiscono al Gruppo cooperativo italiano mammella (Gim), una realtà di eccellenza che coinvolge 180 strutture oncologiche per la promozione di studi clinici. Attualmente ve ne sono in corso 9, che arruolano ogni anno circa 2mila pazienti. Ci si concentra soprattutto sul miglior affinamento delle sequenze dei farmaci biotecnologici nella terapia adiuvante, con grande attenzione ai profili di farmacogenomica».

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