Un peeling chimico
per ridare luce alle mani

Sono il nostro biglietto da visita. Una parte attiva e integrante della nostra vita sociale, spesso il mezzo che abbiamo di relazionarci con le persone.

Pensiamo, ad esempio, a una stretta di mano quando conosciamo qualcuno, a un abbraccio o una carezza per dimostrare il nostro affetto, al gesticolare mentre parliamo. Purtroppo, però, le mani spesso invecchiano prima di altre parti del corpo. Perché? «Di tutte le parti del nostro corpo, le mani sono continuamente esposte al contatto con acqua e sostanze chimiche, al freddo, al vento e all’azione dei raggi ultravioletti» spiega la dottoressa Elena Bruni, dermatologa dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis diretto dal professor Antonino Di Pietro con sede anche a Smart clinic, struttura sanitaria del Gruppo ospedaliero San Donato all’interno di Oriocenter.

«La pelle del dorso delle mani, inoltre, è sottile, delicata e tende a disidratarsi con estrema facilità. Ecco perché proprio le mani mostrano i segni dell’invecchiamento, prima di altre aree cutanee, perdendo morbidezza e riempiendosi di macchie e di antiestetiche rughe». La buona notizia è che, contrariamente a quanto si pensi, esistono trattamenti di medicina estetica efficaci per ringiovanire e «rinfrescare» l’aspetto delle mani, a cominciare dal peeling per eseguire il quale l’inverno rappresenta la stagione ideale.

Dottoressa Bruni, da che età in genere le mani iniziano a tradire i segni dell’invecchiamento? «Spesso, dopo i 40 anni, la pelle delle mani comincia a macchiarsi assumendo un aspetto più vecchieggiante rispetto a quella del viso che curiamo di più con creme solari ad alto fattore protettivo. Le cosiddette “lentigo senili” che si formano sono talvolta numerose e possono impattare notevolmente sull’immagine. Legate al “cronoaging”, il processo di invecchiamento spontaneo, possono essere favorite e/o peggiorate dall’esposizione al sole senza l’adeguata protezione».

Cosa si può fare per attenuarle o cancellarle? «Ad oggi il trattamento più efficace è il peeling chimico che serve a stimolare la rigenerazione cellulare rimuovendo ed esfoliando le cellule morte della pelle, provocando una vera e propria accelerazione del ricambio cellulare. Produce un’infiammazione che attiva la produzione di collagene ed elastina. Un peeling può agire sia a livello dello strato più superficiale della pelle sia a livello più profondo. La profondità d’azione del peeling dipende dall’agente chimico utilizzato, dalla sua concentrazione, dal tempo di posa, dal risultato che si vuole ottenere».

Va bene qualsiasi tipo di peeling per eliminare le macchie sulle mani? «No, è necessario eseguire un peeling a base di acido tricloracetico che ha un effetto sbiancante, aumenta la luminosità alla pelle e riduce il fotoaging cutaneo. Il peeling all’acido tricloroacetico può essere più o meno profondo a secondo della percentuale di acido che viene utilizzata. Quando si eseguono peeling medio-profondi si determina spesso un effetto “frost” che si manifesta con una patina bianca che può essere più o meno intenso ed è indice della buona riuscita del trattamento. Nei giorni successivi al peeling si possono formare delle croste di colorito scuro o rosso ed è fondamentale proteggere la pelle dai raggi solari. Per questo si preferisce eseguire il trattamento nei mesi invernali. Dopo pochi giorni c’è la fase esfoliativa al termine della quale la pelle appare rinnovata. Il peeling chimico viene effettuato dal medico in ambulatorio con ottimi risultati estetici».

Quanto dura? «Il tempo di applicazione è di pochi minuti prima di neutralizzare l’acido con una soluzione tampone, ma è variabile a seconda del tipo di pelle e il trattamento andrà mediamente ripetuto ogni 28 giorni per 2 o 3 volte».

È doloroso? «Il fastidio durante il trattamento varia da persona a persona ma generalmente è minimo e si limita a una leggera sensazione di pizzicore di qualche minuto».

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