Made in Bergamo
Per sfidare il territorio

L'unione fa la forza. Soprattutto se si è giovani o poco visibili. Se la propria realtà è locale e se le condizioni economiche spingono più il massificato dell'artigianale. Per questo motivo è nato Made in Bergamo.

L'unione fa la forza. Soprattutto se si è giovani, poco conosciuti o poco visibili. Se la propria realtà è locale e se le condizioni economiche spingono più il massificato dell'artigianale, più il prodotto dell'idea. Proprio per questo motivo, e in maniera del tutto spontanea, un gruppo di artisti, designer e stilisti bergamaschi hanno deciso di unirsi in un gruppo. Si chiama Made in Bergamo e per ora non è un'associazione, ma un sito web in cui la variegata organizzazione si racconta. Le nuove tecnologie aiutano e non essere on line, in questo momento di evoluzione, è impossibile per gente che dal locale vuole uscire dai confini e scoprire il mondo. Con la loro arte, le loro idee. C'è l'architetto che si è inventato il mobile di carta, la signora casalinga che prepara gessetti profumati per i cassetti contestando il made in China, la mamma designer che ha pensato a delle magliette per vestire e far giocare i bambini. Ma anche stilisti fatti e finiti con dei laboratori e una collezione alle spalle. Il problema? Essere piccoli, avere atelier poco conosciuti e magari in zone marginali di Bergamo e provincia, non essere abbastanza pubblicizzati e perire di fronte alle grandi catene, agli sconti e alle continue svendite, mentre nei negozietti si disegna e cuce, si racconta un prodotto che ha una storia alle spalle. Made in Bergamo nasce quindi nel creare una rete e nel dimostrare che uniti si è più forti e che il circolo di idee aiuta ad affrontare la crisi e le difficoltà. E può portare nuove idee che, alla fine dei conti, sono quelle che permettono di uscire dalla crisi.

Promotore del progetto è Giacomo Cavalleri, 36 anni, tornato da New York dove faceva l'art director free lance e dopo una lunga esperienza nell'allora azienda di famiglia «I Pinco Pallino». Giacomo arriva dalla moda e dal mondo creativo e conosce molto bene le dinamiche di un settore - quello che combina commercio e arte - che sta vivendo un momento di difficoltà. «Per questo motivo abbiamo pensato di unirci e di alzare le nostre mani per dire al territorio che noi ci siamo e siamo un vortice di idee e novità. Che siamo giovani, che abbiamo voglia di mostrarci con la nostra arte su questo territorio che ha bisogno di stimoli e che deve saper sfruttare la nostra creatività». Stimolanti e stimolati, a Bergamo. Con due progetti: da una parte la presentazione di un'identità commerciale e la creazione di una vetrina dove mostrare e vendere i propri prodotti, dall'altra la creazione di una rete creativa, una fucina di idee dove progetti di design, musica, arte e musica possano unirsi, confrontarsi e prendere forma.

Per il primo progetto è nato un temporary store aperto in Città Alta fino all'8 gennaio, in via Gomito, all'interno della Bottega del Gomito: selezionati da Cavalleri, partecipano una ventina di nomi bergamaschi che propongono alcune creazioni e le presentano commercialmente a un pubblico più vasto rispetto a quello che possono avere in atelier, azienda o in laboratorio. C'è Atelier Moki, di Monica Silva, con la sua collezione fluttuante; Cartunia, progetto di Mario Mazzocchi che ha realizzato mobili di design fatti con il cartone; Dedalab, giovane studio di design di Cisano Bergamasco che crea pezzi di design con materiale di recupero; EcoDario di Dario Vecchi, designer che dall'antiquariato e dal restauro si è lanciato nella creazione di nuovi oggetti di arredamento partendo sempre dal materiale di recupero; Manzoni Design con Giacomo Manzoni che rifà vivere i progetti di design più noti del padre Pio; Ricrearte di Sabrina Locatelli, gallerista d'arte e designer che propone lampadari e tappeti in modo innovativo; Katrin Arens, tedesca ma residente da molti anni a Villa d'Adda dove è passata dalla moda per l'infanzia ad oggettistica di design. Tra i partecipanti del progetto Made in Bergamo anche delle aziende: Casa dei sogni, ditta tessile della Val Seriana che realizza biancheria per la casa; Filo di fate, camiceria di Nembro, ma anche Piumino Orobico che presenta la sua collezione di piumini. Nel mondo moda anche Lym/Lab, tre ragazzi di 21, 22 e 23 anni che puntano sulla creazione/sperimentazione di capi quali t-shirt e maglieria; Pigro, giovani creativi che dal tessuto di recupero della Honegger realizzano sciarpe e t-shirt; Maison Noir di Sara Mano che privilegia accessori ricercati e lussuosi e Pret a Jouer di Francesca Hausser con le sue magliette per bambini. L'altro filone di Made in Bergamo riguarda invece non per forza la commercializzazione di un prodotto, ma la voglia di implementare uno scambio di idee e di confronto sul territorio. Insieme ai marchi già noti, si sono uniti soprattutto altri designer, artisti, installatori, fotografi e grafici che si presentano alla città anche attraverso una video-installazione sul Sentierone. Da Athos Mazzoleni a Francesco Chiaro, da Monica Nossa a Emanuele Gorgoglione, Andrea Gualandris, Elena Fodera e Gioia Greco. Ora il gruppo attende nuovi partecipanti e quindi nuove idee. Nei progetti c'è anche l'ipotesi di unirsi anche in associazione facendo rete con quelle già esistenti: «Abbiamo già preso contatti con l'associazione "Bergamo Centro" e con l'associazione Artigiani di Bergamo» spiega Cavalleri. Nel frattempo www.madeinbergamo.com si arricchisce di pagine e idee. In attesa di una risposta della città.

Fabiana Tinaglia

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