Moda, sfilate
al via a Milano

Dopo New York e Londra la moda sbarca a Milano. Fino a martedì sfilate e fashion show all'insegna del prossimo autunno/inverno. Le griffe bergamasche iniziano giovedì, con Krizia alle 16 e Daniela Gregis alle 18. Trussardi domenica.

Dopo New York e Londra la moda sbarca a Milano. Fino a martedì 28 febbraio sfilate e fashion show all'insegna del prossimo autunno/inverno. Già mercoledì, primo giorno, vanno in scena i grandi nomi della moda made in Italy con Gucci e Alberta Ferretti, mentre le griffe bergamasche iniziano giovedì, con Krizia alle 16 in via Manin e Daniela Gregis alle 18 in piazza Sant'Ambrogio (oratorio della Passione). Per Trussardi bisogna aspettare domenica mattina (ore 11,30 in via Valenza). Daniela Gregis ritorna a Milano e oramai il suo è un appuntamento fisso tra i big, con i suoi capi fluttuanti e modelli senza tempo.

Lei, bergamasca giramondo apprezzatissima in Italia e all'estero (amatissima in Giappone, una sua linea speciale è a 10 Corso Como di Tokyo), segue da vent'anni la sua ispirazione e i suoi fili: tutti i tipi di lane, ma solo naturali e solo dipinte a mano, usando il pennello con minime variazioni rispetto ai colori naturali della materia, dal beige al paglia, dal canapa al bianco sporco al quale per questa collezione si aggiungono i toni del rosso. «L'ispirazione arriva da qualcosa di duttile e caldo» si spiega Daniela, nel suo essere ermetico ma illuminante: «Anche in questo nuovo progetto ho cercato di portare avanti capi a cui sono affezionata e che raccontano un po' la mia storia» continua lei che della comodità e flessibilità del vestire è sempre stata la paladina: capi pratici, «che fanno stare bene», quasi sempre reversibili. Ci sono le sue tradizionali maglie col collo a barca, le borse in tessuto double face, l'abito «Mafalda», morbido, tagliato sotto il seno e con la manica larga a trequarti oppure la giacca «Vecchio zio», nome che arriva dall'infanzia della stilista: «Mio zio Angelo indossava sempre una giacca corta di lana con le tasche. Da qui la mia giacchina senza bottoni». Vestire le idee di Daniela e della figlia Marta, trentenne, che da anni collabora con lei, è come vestire una storia fantastica fatta di ricordi: stoffe e maglie di grana grossa, ruvide e complesse si alternano a quelle più fini, in un gioco aperto alle possibilità e alle invenzioni: «Per queste creazioni ho pensato alla semola, perché è grezza, pronta per essere trasformata, ed è pratica, come devono essere i miei capi». Lei si definisce «straccivendola» e intanto inventa, crea e ricrea. Disegna e scarabocchia, fila e cuce. Trasforma: «Capi fruscianti, da indossare quasi fossero una seconda pelle, senza misure prestabilite, da una forma che è forme molteplici. ll taglio degli abiti, come sempre, non è né troppo ampio né troppo fasciante, capace di adattarsi al corpo e alle situazioni». Nella collezione, che sbarcherà anche in Sud Africa – nuovo mercato toccato dalla Gregis – anche tante fantasie: «Ho realizzato disegni che ho riprodotto su lana e seta, ma ci sono anche quelli dei bambini e stampe marmorizzate».

Le scarpe restano basse, le borse ricordano un cestino. E poi infinite sciarpone, tanti cappelli, con gli scialli che paiono una siepe «o un pezzo di cielo» dice ancora Daniela che, quando parla, sembra davvero che stia raccontando una storia. E calibra le parole, le pesa, le sceglie con attenzione. Come quando lavora, come quando fa la sua maglia, il suo uncinetto, alla ricerca di quel suo mondo di colore e stoffe. «Non è l'abito a scegliere, ma a farsi scegliere e cambiare – spiega –. È chi sceglie l'abito che deve vestirlo e deve dargli una vita, non chi lo fa. Da parte mia c'è un bisogno di creare con passione, con le idee, studiando il dettaglio». In un'ottica di comodità e semplicità. Proprio come il suo marchio, che non è il suo nome, ma semplicemente un asterisco. Che è anche un promemoria: ricordarle che la vita deve essere vissuta nella sua semplicità. E questo quello che a lei piace e quello a cui continua ad aspirare. Mentre progetta in continuo fermento: «Cosa è la moda per me? Uno spazio vuoto. Che io riempio». Con le idee.

Fabiana Tinaglia

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