Cavalleri lascia I Pinco Pallino
Nuove sfide verso l'estero

Dopo 32 anni di «I Pinco Pallino», Stefano Cavalleri cambia aria. E lo fa in tutti i sensi, lasciando il suo lavoro di direttore creativo nell'azienda di Entratico che lui stesso ha fondato 32 anni fa, ma soprattutto volgendo lo sguardo più lontano, verso nuove sfide.

Dopo 32 anni di «I Pinco Pallino», Stefano Cavalleri cambia aria. E lo fa in tutti i sensi, lasciando il suo lavoro di direttore creativo nell'azienda di Entratico che lui stesso ha fondato 32 anni fa, ma soprattutto volgendo lo sguardo più lontano, verso nuove sfide che lo stanno portando e lo porteranno sempre più spesso all'estero.

Con un progetto che ribalta la filosofia del Made in Italy: l'idea è quella di un progetto stilistico tutto di suo pugno e ideato nel Belpaese, ma valorizzando le materie prime del mondo, creando delle collezioni mirate e localizzate in giro per il globo. Del resto cosmopolita Cavalleri lo è sempre stato, fin da quando da ragazzo gestiva «Arcobaleno», negozietto in via San Tomaso, a Bergamo, che raccoglieva pezzi di tutto il mondo che facevano impazzire il bel mondo bergamasco ma anche star del calibro di Mina. Poi l'avventura de «I Pinco Pallino» con Imelde Bronzieri, le collezioni poetiche, tra fiori e colori, che hanno incantato il mondo della moda, con quell'attenzione al bambino, nel senso globale del termine, e alla sua innocenza che emergeva nei disegni del bergamasco, sempre delicati e dal tocco artistico.

Ora Stefano Cavalleri, 61 anni in questi giorni, ha deciso a fine giugno di voltare pagina, di fare le valigie e di raccontare una nuova moda, in più progetti, destinati ai piccini, ma anche ai grandi. «È ancora presto per rivelare i nomi dei marchi su cui sto lavorando - annuncia il bergamasco, residente a Trescore -. Posso anticipare che si tratta di tre progetti distinti che mi vedono protagonista, con una nuova e rinvigorita voglia di creare». Impossibile per uno con il suo curriculum non ripartire dal bambino: «Questo lavoro lo presenterò al prossimo Pitti Bimbo, dove mostrerò in anteprima la prima collezione autunno-inverno: sarà una linea dedicata alla bambina e di alto livello, con un partner licenziatario italiano che si occupa di alta moda per l'infanzia». Lui lo stilista, lui l'ideatore, che resterà fedele a se stesso, con modelli delicati e quel mix sognante tra arte, musica e natura che ci ha sempre abituato a vivere nelle sue collezioni. «Ma non finisce qui, e arriva così il secondo progetto dove racconterò, attraverso la moda, proprio i miei viaggi in giro per il mondo - spiega ancora Cavalleri -. L'idea è molto semplice: valorizzare le materie prime, la loro origine e la produzione estera, partendo però da un disegno Made in Italy». E allora ci saranno made in Shanghai per la produzione di cachemire e piumini, made in Jaipur per le realizzazioni di ricami fatti a mano in paillettes e cristalli e per i capi in seta; made in Marrakech per il denim ricamato, la piccola pelletteria e le tradizionali babouches e made in Lima per i capi in alpaca. L'idea è di partire con la moda bambino - principalmente anche questa linea sarà dedicata al mondo femminile -, ma Stefano Cavalleri apre uno spiraglio alla moda donna: «Nella mia carriera sono partito proprio da lì, la tentazione e la voglia di riprendere a vestire il mondo femminile nella sua interezza è una sfida che non voglio far cadere». Ma questo non significa abbandonare la sfera maschile: «Su questo c'è un terzo progetto, tutto mirato al bambino, le cui collezioni attuali interpretano molto spesso marginalmente - commenta -. La mia idea è invece quella di un marchio dedicato nella sua interezza al maschio, in partenership sempre con un'azienda del Made in Italy, per una collezione sportiva e grintosa, ma sempre nel pieno rispetto di quello che è il mondo dell'infanzia».

Nuove sfide, Stefano Cavalleri ne è consapevole ma ne è anche entusiasta, «con la maturità e l'esperienza di una vita nel mondo della moda - commenta -. Ho lo spirito del viaggiatore che mi ha sempre accompagnato: ora non farò altro che disegnare quanto visto per il mondo, con la costante del mio stile e valorizzando quanto ogni paese ha da offrire». C'è anche da dire che il suo addio dall'azienda di Entratico che lui ha creato con Imelde Bronzieri non è stato privo di amarezza, come rivela il comunicato stampa rilasciato dallo stilista qualche settimana fa: «Nelle ultime tre collezioni - ha scritto Cavalleri in una nota - la mia collaborazione è stata oltremodo limitata perché "Pinco Pallino" del tutto unilateralmente ha preferito incaricare altri creativi». Ora però si volta pagina: «Sono in partenza per un viaggio che mi porterà in India, in Cina e poi in America - continua -. Devo definire gli ultimi accordi e poi sono pronto per iniziare queste nuove avventure». Ma come sarà allora il bambino vestito Cavalleri? «Un sognatore, uno spirito libero, con la voglia di grandi avventure». E inevitabilmente cosmopolita, capace di assorbire i profumi, i colori e le culture di terre lontane. Buon viaggio quindi a Stefano Cavalleri.

Fabiana Tinaglia

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