Anche i Levi's
al Salone del Mobile

Democratici e universali. Indossati da presidenti e contadini, star del cinema e uomini qualunque. Sono nati il 20 maggio 1873, e dopo 140 anni i Levi's 501 sono ancora attuali. Diventando anche i protagonisti del Fuori Salone del Mobile di Milano.

Democratici e universali. Indossati da presidenti e contadini, star del cinema e uomini qualunque. Sono nati il 20 maggio 1873, e dopo 140 anni i Levi's 501 sono ancora attuali. Diventando anche i protagonisti del Fuori Salone del Mobile di Milano. È qui, proprio per festeggiare lo speciale anniversario, che è stata pensata un'installazione nell'ambito di Hybrid Architecture & Design, pensata da Martì Guixé per il Fuori Salone e ospitata dall'8 al 21 aprile nel Cortile d'onore dell'Università Statale di Milano. Anima del progetto un vero e proprio photobook attraverso il quale tutti i visitatori possono dare la loro personale interpretazione dell'originale Levi's 501.

Le immagini saranno pubblicate in una galleria digitale, sul sito levis501.com, per rispondere al progetto «What's your interpretation», espressione di libertà di vestire la moda e, soprattutto, un capo mitico e storico come questo jeans botton fly tutto da reinterpretare. La gallery digitale contiene immagini provenienti da tutto il mondo, e da questa raccolta verranno selezionati gli scatti più rappresentativi che verranno inseriti nel Book of 501, pubblicazione in edizione limitata.

A creare questo denim furono Levi Strauss e il sarto Jacob Davis che li brevettarono mettendo a punto i primi pantaloni da lavoro con tasche rivettate pensati per i pionieri del West. Chiusura a bottoni, gamba dritta, il colore di un blu scuro. Queste le caratteristiche must dei 501, questi i jeans che negli anni Cinquanta sono diventati simbolo di irriverenza e solidarietà tra gli operai dopo la Grande Depressione. Gli stessi indossati da James Dean e Marlon Brando, da Jack Keruack e la sua Beat Generation, divisa ufficiale anche di uno degli uomini più famosi al mondo, Steve Jobs, che li abbinava sempre al dolcevita nero e alle New Balance grigie.

Un pezzo icona, tanto che il Time Magazine ha scelto questi jeans come miglior capo di moda del XX secolo, grande rimpianto di Yves Saint Laurent: "Vorrei averli inventati io - ha detto una volta -. Hanno espressione, modestia, sex appeal, semplicità: tutto ciò che desidero per i miei abiti". Amati per la loro semplicità, e comodità, sono diventati un cult e un pezzo pure da collezione, finendo anche nei guinness dei primati quando nel 2005 un giapponese ne comprò all'asta per 60 mila dollari un paio ritrovato nel 1998 in una miniera d'argento abbandonata, nel deserto della California. Ora, adattatondosi ai tempi moderni - con tasche più ampie per contenere lo smartphone e sempre con nuovi colori, festeggia i 140 anni con una capsule collection. Che questa volta, chissà cosa direbbe il signor Strauss, non è in denim.

Fabiana Tinaglia

© RIPRODUZIONE RISERVATA