Auguri «teabag», la bustinadel té compie 100 anni

La si associa alla Gran Bretagna, ma è made in Usa. La bustina del té festeggia 100 anni, un’occasione per sapere qualcosa di più su uno dei principali feticci dello stile di vita all’inglese. Ad inventarla non è stato però un lord britannico ma un mercante newyorchese, Thomas Sullivan, che nel giugno del 1908 fece una promozione di té mandandone ai suoi più affezionati clienti un campione contenuto in piccoli sacchetti di seta. 

Sullivan si aspettava che i clienti avrebbero preso il té dal sacchetto e l’avrebbero fatto bollire sciolto, come al
solito. Invece la gente mise a infusione il tè dentro il sacchetto, trovando la cosa estremamente conveniente. Ne nacque così una nuova moda e dalla seta si passò rapidamente alla garza e alla carta.
C’è da sapere che l’invenzione però non ebbe una presa immediata in Gran Bretagna dove i puristi fecero una guerra spietata alla bustina di tè, sostenendo che cambiava, ovviamente in peggio, il gusto della bevanda e rovinava una gloriosa abitudine. 

In effetti il Regno Unito incominciò ad adottare in massa la «teabag» soltanto a partire dagli anni Cinquanta, quando la più grossa compagnia di tè, la Joseph Tetley, ne avviò la commercializzazione. Cruciale fu nel 1964 l’introduzione del sacchetto perforato. 

Secondo lo Uk Tea Council, l’associazione dei produttori e distributori britannici di tè, la bustina ha avuto un enorme merito: ha salvato un’industria che era destinata altrimenti a un drammatico declino, perchè l’attuale stile di vita non permette di fare il tè all’antica e di berselo alle cinque del pomeriggio nella comodità dei salotti come usava un tempo. 
Il successo è evidente nelle cifre: al momento la bustina rappresenta il 96% di tutto il tè bevuto in Gran Bretagna, ma ci cono anche posti come l’albergo Ritz di Londra dove il sacchetto di tè rimane al bando perchè «contrario alle tradizioni».

(12/07/2008)

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