In Borgo Santa Caterinaarriva Re Logo Bebè

È come se avesse miniaturizzato le sue linee morbide e avvolgenti. Colori caldi e allegri, fantasie eleganti per vestire dei bambini moderni. Felici e comodi nelle fibre naturali scelte dalla stilista.Barbara Ceresoli si reinventa e, pur non abbandonando la linea donna, si lancia in una nuova avventura. Bellissima e inebriante, proprio come quello che trasmette con questi modelli bebè. Il 6 settembre prossimo, alle 18,30, sarà infatti inaugurato «Re Logo Baby», nuovo atelier della giovane creatrice bergamasca.

La location è sempre Borgo Santa Caterina: al civico 75/a resta la linea donna, accanto e precisamente al civico 79/81 nasce il bambino che vedrà anche la presenza di modelli Petit Bateau, scelti anche questi per l’originalità dei modelli e la qualità dei tessuti. «Vestirò dai 2 ai 6 anni - spiega Barbara Ceresoli -, una nuova avventura nata principalmente per due motivi: cimentarmi con il mondo stilistico legato all’infanzia e rispondere alle tante richieste della mia clientela composta da numerose mamme». Che cercano quindi la naturalità dei tessuti di Re Logo abbinati a modelli dalle linee semplici e pulite, morbide e impalpabili.

Perchè questo è Barbara Ceresoli: lei realizza capi esclusivamente disegnati e realizzati dalle sue mani. Dal filato, al tessuto, fino alla forma, particolari studiati nel dettaglio, con un’attenzione ai materiali – tutte fibre esclusivamente naturali - e alla creazione di abiti che sembrano in movimento tanto sono leggeri.

E così nel percorso stilistico di Re Logo, per i modelli sia della collezione donna sia del bebè, si scoprono abiti ampi e leggeri dai colori luminosi. Le tonalità sono quelle amatissime da Barbara: il rosso, il grigio e il blu, ma anche - per questo autunno e inverno - il marrone e il verde.

Abiti rigati, multistrato, dove vince la fusione tra maglia e tessuto. Gonne che fluttuano, asimmetriche, e larghi pantaloni. Tutto con perfetta eleganza, in combinati di tessuti e colori che offrono armonia e donano una sensazione di allegria. Per una moda che trasmette felicità e comodità.

Re Logo però non è solo questo e i due spazi dell’atelier saranno oggetto di due esposizioni artistiche, anche queste inaugurate il prossimo 6 settembre. In mostra, per sei mesi, ci sarà l’installazione video dal titolo «Punto smok» di Armida Gandini, abbinata a un’esposizione fotografica light box di opere dell’artista e un abitino realizzato proprio in punto smok. «Ho trascorso l’infanzia accanto a mia madre che ricamava - spiega l’artista di origini bresciane e insegnate all’Accademia di Belle Arti di Brescia -, cuciva abitini per bambini: tagliava, imbastiva, stirava, ma soprattutto ricamava interminabili corpetti, collettoni, bavaglie, lenzuolini e, il suo cavallo di battaglia, vestine con il punto smok».


Questo video racconta proprio questo incessante ricamare: «Verso i dieci anni continua l’artista - maturai un rifiuto per tutto ciò che era decorazione e ricamo, in funzione di un minimalismo che ha poi segnato molte delle mie scelte estetiche. E soprattutto negavo il valore del lavoro di mia mamma, che consideravo banalmente tecnico, ripetitivo, virtuoso e… passato. Ciò ha portato ad un allontanamento mentale, ma anche emotivo, da quel mondo di pazienza, intimità, laboriosità che era stata la vita di mia mamma. Quello non era il mio linguaggio, nemmeno quando divenne la tendenza più gettonata nel lavoro di molte artiste donne negli anni Novanta». L’installazione artistica è quindi un modo per riconciliarsi con il suo passato e con quel lento cucire: «Le ho chiesto di ricamare per me - conclude Gandini -, per la mia videocamera, perché io potessi documentare quel gesto e renderlo visibile, mostrarle attraverso l’immagine che scorre sullo schermo quello che è stato per tanti anni l’oggetto del mio sguardo, e renderle omaggio».

Oltre ad Armida Gandini, ci sarà anche Cecilia Guastaroba, altra artista bresciana che installerà nello spazio di Re Logo una sorta di «osservatorio sul fare», con l’esposizione di due camici lunghi e bianchi a misura di bambino, corpetti di tessuto, ritagli di stoffa che formano sagome di persone, in un’atmosfera avvolgente e ricca di emozione che poi è il sunto di quello che il fare e il creare moda vuole trasmettere.


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Fabiana Tinaglia

(26/08/2008)

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