Bergamo fa gola a Louis Vuitton Al via l’e-commerce per l’Italia

La Bergamasca è tra tra le aree produttive italiane che fa gola al colosso della moda Louis Vuitton. Alla presentazione del nuovo servizio di e-commerce per l’Italia la maison francese ha citato anche il nostro territorio come area ambita dal punto di vista commerciale.

«Sono numerosi i clienti bergamaschi che sicuramente preferiranno collegarsi a Internet piuttosto che doversi sorbire le code dell’A4 per raggiungere i nostri negozi di Milano» hanno commentato dalla casa di moda.

Da questo mese, infatti, all’indirizzo www.louisvuitton.com è attivo un servizio di commercio elettronico che permette di acquistare direttamente on line tutti i prodotti - pelletteria e accessori - via web. Dopo aver attivato un primo servizio di vendita on line nel 2001 all’interno del portale E-luxury e dopo che nel 2005 l’e-commerce sul sito Louis Vuitton è stato avviato in Francia e Gran Bretagna, il 2008 è la volta dell’Italia e della Germania.«Abbiamo 411 negozi in 61 Paesi del mondo - commenta Jean-Marc Gallot, presidente LV per l’Europa - e in Italia sono 17, di cui tre aperti negli ultimi quattro anni (due a Milano e uno a Porto Cervo, ndr). Con questo servizio di e-service il marchio sarà più facilmente raggiungibile». Soprattutto da quella fascia di clientela che considera il tempo un lusso e che quindi sfrutta Internet nelle sue mille sfaccettature, anche commerciali. «Per scoprire la storia della casa di moda, la sua produzione. per conoscere più da vicino i prodotti e anche per acquistarli - continua Gallot  con un identikit del cliente on line tipo: non è giovanissimo, è soprattutto un uomo e ha una buona conoscenza del mondo Internet.

E già la maison francese possiede qualche informazione sulla clientela italiana che si affaccia al nuovo e-service: «Nelle prime settimane di test i primi acquirenti arrivano da ricche cittadine di medie dimensioni dove non è presente un store Louis Vuitton. Tra queste c’è appunto Bergamo, ma anche Parma, Mantova e Treviso».
La nostra cittadina e il suo giro di affari appare quindi una base commerciale interessante per la casa di moda che offre all’utente web gli stessi prodotti e lo stesso listino prezzi che troverebbe in negozio. Con qualche servizio personalizzato al mondo Internet: «La consegna della merce entro circa una settimana dall’ordine on line - continua Philippe Schaus, vicepresidente internazionale LV -, un call center per qualsiasi bisogno di aiuto o richiesta di informazione, a breve un servizio di prenotazione on line e la possibilità di visionare nel dettaglio i prodotti e di personalizzarli». Stampe a caldo delle iniziali, per esempio, che possono anche essere pitturate a mano con tanto di preview del colore e del prodotto finito. Con la percezione che il servizio avrà un buon riscontro su una clientela abituata al lusso: «Crediamo che questo negozio virtuale potrà avere un volume d’affari pari a quello prodotto da un nostro negozio in una città secondaria - commenta Schaus che non fornisce però cifre sulla produzione e sui ricavi della maison -. Si tratta di una nuova era? Siamo di fronte alla possibilità di un lusso massificato - si domanda -. On lne mancheranno la possibilità di toccare il prodotto, di sentire il profumo della pelle usata nei nostri accessori, ma resta il fatto che Internet riduce i tempi e le distanze, colma delle lacune di sapere sulla nostra casa di moda e noi lo consideriamo questa e-service un plus ai servizi che già offriamo».

Certo è che i siti delle aste on line e i portali che forniscono la vendita di merce contraffatta avranno ora un valido, ma soprattutto autentico, competitor: «Non c’è nulla di male se qualcuno vede un suo prodotto Louis Vuitton tramite Internet - continua il vice-presidente internazionale -. Continueremo però la nostra battaglia legale contro chi invece fa della merce contraffatta il suo business».

Fabiana Tinaglia

(11/09/2008)

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