Cavalleri di I Pinco Pallino:Io «sto» con la Facchinetti

Lo stilista bergamasco Stefano Cavalleri di I Pinco Pallino commenta il caso Facchinetti con una lettera inviata a L’Eco di Bergamo. Eccola nella sua versione integrale

Si, io «sto» con Alessandra Facchinetti, sono dalla sua parte e sono indignato ed offeso di come la stampa italiana non abbia mosso un dito in favore di una stilista con molto talento, (anzi quasi compiaciuta che sia stata “fatta fuori”). Commenti sui pochi capi venduti e sulla collezione così poco Valentino. Così tanto nuovo Valentino oserei dire, pronta per il rilancio di una griffe che necessitava di una nuova energia. Mi chiamo Stefano Cavalleri e da più di vent’anni sono con Imelde Bronzieri il cuore e l’anima di un brand che di nome fa I Pinco Pallino, disegno abiti per bambini, un alto di gamma sempre più vicino all’eccellenza e sono di Bergamo come Alessandra Facchinetti. Il mio disappunto e direi anche la mia rabbia nasce dal fatto che un talento ed una raffinata creatività come quella della Facchinetti siano state violentate da un sistema assurdo ed ingrato e mi dispiace che anche il signor Valentino, grande maestro, non abbia voluto riconoscere lo spirito innovativo di Alessandra non presenziando alla prima sfilata di debutto. D’altronde non c’erano delfini designati ed inoltre con la stessa moneta è stato ripagato anche Matteo Marzotto che ha salvato la griffe da un periodo buio, riportandola in utile. Alessandra Facchinetti dopo il caos Gucci dove è stata crocifissa ingiustamente ha saputo dar lustro a Moncler disegnando ed inventando il piumino couture per la linea Gamme Rouge e anche lì ha saputo svecchiare un piumino e donargli allure, classe ed eleganza. Io da tanti anni ormai non mi emozionavo più nel vedere le collezioni di moda femminile, nessun entusiasmo e nessun brivido, ricordo le sfilate di Romeo Gigli o di Franco Moschino e ora forse quelle di Lanvin, le sole che hanno saputo avvincermi. La scorsa stagione quando ho visto la presentazione della Facchinetti sono stato pervaso da un’immensa gioia nel vedere come abiti poetici e soffici, costruiti e ricercati, potessero essere interpretati in chiave moderna e soprattutto con una leggerezza che da moltissimo tempo non ritrovavo in nessuna presentazione. Brava Alessandra, veramente brava, se non fosse stato così non sarebbe stata scelta per firmare una griffe così importante. Ed allora cosa è successo? Alle ultime sfilate ho ho sentito affermare quanto segue: “hai sentito della Facchinetti? Cacciata per la seconda volta! D’altronde cosa ci si poteva aspettare dalla figlia dei Pooh!” Ecco perché sono arrabbiato e furibondo e “STO” CON LA FACCHINETTI e tifo per lei. Certo hanno osannato Stella Mc Cartney e la apprezzano, ma i Pooh non sono i Beatles e Roby Facchinetti non è Paul Mc Cartney e poi Alessandra non è anglosassone ma arriva da Bergamo. Il mondo della moda acclamava e delirava per il bel texano che risollevò Gucci e poi Yves Saint Laurent. In effetti Tom Ford ha saputo dare smalto a queste linee, lo stimo e ammiro tantissimo, ma Alessandra Facchinetti lavorava al suo fianco e tutti gli addetti lo sapevano, ma non si chiama né Mc Cartney, né Ford. Vedo riverire tante altre figlie famose che non hanno né meriti né talento. E’ la meritocrazia che manca ed il rispetto per il buon gusto, per il bello, per l’etica e per il lavoro. Io “sto” con la Facchinetti perché è veramente brava e sta pagando lo scotto di essere una seria professionista incapace di prostrarsi al sistema. Io “sto” con la Facchinetti anche se non la conosco, non le ho mai parlato e non ho avuto modo di complimentarmi con lei. Lo faccio ora, esprimo a lei tutta la mia ammirazione, il mio sostegno e la mia gratitudine per essere riuscita ad emozionarmi ancora con creazioni meravigliose degne di entrare nella storia della moda e del costume. (16/08/2008)

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