Da Osio Sopra al Pitti Uomo
E a Sanremo con i Dear Jack

Era il 1962 e mamma Maria Rosa stava tutto il giorno su una macchina rettilinea per fare la maglia.

Cinquant’anni dopo la sua schiena è ancora china sulla taglia e cuci da cui non si stacca neppure ora che è in pensione. Resta fissa, pure a 80 anni, in quei capannoni di Osio Sopra che son nati con suo marito Erminio Vavassori, intenta a supervisionare il lavoro dei figli e a rigirarsi tra le dita la maglia che esce dalla Emmegierre Fashion. Resta l’anima dell’azienda questa donna innamorata dei tessuti, che conosce tutti i segreti dei filati, mentre Gianluigi e Roberto hanno spinto sul rinnovamento dell’azienda, dallo stile contemporaneo e la ricerca tecnologica.

Un anno esatto dalla nascita del marchio Hosio – e il nome non è un dettaglio che celebra il territorio -, la Emmegierre sarà a Firenze al Pitti Uomo, per la prima volta con uno stand dal 13 al 16 gennaio.In scena le prossime collezioni autunno/inverno di Hosio, ma anche di Obviuos Basic, linea dell’azienda avviata due anni fa con un’impronta casual e stile british. L’attenzione resta sulla maglieria, sviluppando un total look su cui i due fratelli stanno concentrando la maggior parte degli sforzi. «Senza dimenticarci dell’importante licenza di cui ci occupiamo da un anno, Marras Uomo, sinonimo di eccellenza e di alta qualità – spiega Gian Luigi -. Marras dà pregio e valore aggiunto al nostro lavoro».

Da due anni la sfida è anche tutta bergamasca, puntando ai due nostri marchi di proprietà: Hosio, sofisticato ma casual, dai materiali pregiati e dalle linee pulite; Obviuos Basic più metropolitano e caratterizzato – per il prossimo inverno - dall’uso di lane scozzesi. «Lo stile è in mano a Roberto e io sono l’anima commerciale – continua Gian Luigi -. Il mercato ci sta premiando: in un solo anno per i nostri due marchi abbiamo prodotto 130 mila capi».

Con un fatturato per il 2014 che si attesta sugli 8 milioni, di cui uno relativo a Marras: un buon risultato per due brand appena avviati distribuiti in 350 negozi del mondo, soprattutto in Europa ma anche a Osaka e Shanghai. «Il primo monomarca è stato quello di Bergamo, in via Sant’Alessandro. Abbiamo aperto con Hosio anche a Barcellona anche se ora l’attenzione è più sulla rete distributiva retails che sui monomarca: abbiamo firmato un accordo con il Giappone per Obviuos, per Hosio è stata appena definita la distribuzione in Cina con uno showroom a Shanghai» continua Gianluigi che non può dimenticare il traino avuto sul brand Obviuos grazie ai Dear Jack, gruppo pop italiano che veste la linea bergamasca: «Indosseranno i nostri capi anche a Sanremo e da gennaio sui social media partirà la vendita di una capsule realizzate appositamente per il gruppo».

Un altro modo per fare rete e far conoscere il prodotto, che spinge sulla qualità: «Il 2015 non vuole essere all’insegna della crescita economica, ma puntiamo a nuovi investimenti tecnologici e ad alzare gli standard di qualità: dopo anni di lavoro in un’azienda familiare restiamo dell’idea che il prodotto fatto in un certo modo e con le garanzie del made in Italy sia la chiave di crescita».

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