Il Made in Bergamo che cresce
Nei Miei Panni, ora anche la linea donna

«Un soffio di vento, il tessuto si arriccia, si piega. Sapido, cerca una nuova forma, nuove sfumature di cielo. Si sorprende in un nuovo linguaggio, di lino e cotone. Di jersey e lana». Cristina Gamberoni, architetto bergamasco e creatrice del brand Nei Miei Panni, racconta così il progetto moda che in queste ultime stagioni si è ampliato arrivando a vestire non solo le bambine ma anche la donna.

Le forme pulite, la rigorosa geometria, e quella comodità ricercata e cucita in morbidi abiti, gonne e pantaloni, ora è un progetto più ampio: «La linea donna è nata un po’ alla volta, da qualche modello bambina sviluppato in taglia più grande. Dalla richiesta di alcune clienti e amiche, è nata l’esigenza di creare dei capi in cui immaginare forme nuove. Un gioco in cui lasciare andare la creatività e vedere dove porta, senza prendersi troppo sul serio» spiega la stilista i cui abiti sono un incrocio di artigianalità e fantasia che viene da lontano: «La mia è sempre stata una famiglia operosa, attenta al fare, al progettare. Questa filosofia mi è rimasta addosso, così come la passione per la fotografia e la ricerca, nelle trame dei tessuti, nei loro colori della natura che ci circonda».

In un continuo legame tra gli abiti e chi li indossa: «Le mie sono donne che vivono l’abito nella sua comodità, e nello stesso tempo vestono l’abito con la luce della loro storia». Ma non solo: «I miei vogliono essere abiti creati per durare nel tempo e per unire generazioni, sguardi». Quelli di una mamma e una bambina, di due ragazze che corrono in un prato, di due donne che si vestono leggere dai pensieri: «Con gli anni la mia moda si è ampliata e ha cercato nuovi sbocchi: on line attraverso i Social, nei primi negozi italiani che mi hanno selezionato, sempre a Bergamo con temporary che organizzo in città».

Le collezioni sono declinate in cotoni leggeri, lini e magline che si incastrano, si sovrappongono, si cuciono e ricuciono. Si trasformano, sperimentando forme, lavorazioni di materiali, studiando soprattutto la materia. «Niente spigoli per gli abiti di Nei Miei Panni - spiega Cristina Gamberoni -, ma abiti per prendersi cura di chi li indosserà. Abiti in cui si deve vivere, correre. L’abito nasce per essere portato: smette di appartenere a chi lo ha ideato e diventa di chi lo indossa. Riappropriandosi di una nuova vita».

La collezione estiva si dipana nei toni sottobosco, riflessi salvia e leggeri fiori: una collezione morbida, luminosa. «Impavidi e leggeri, il rosa e il rosso si tengono per mano, jersey e garze accompagnano il loro andare - si legge nella presentazione della nuova stagione -. Attraverso la pineta sullo sfondo, il blu, il silenzio del sole; correre e poi fermarsi, respirare, seguire le nuvole, bianco su bianco, lino». E l’abito diventa musica leggera.

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