Vi ricordate i mitici anni dei paninari?
Il papà di Best Company parla orobico

I mitici anni ’80 e ’90 rivivono con la MC2 Saint Barth che, con la guida del bergamasco Raffaele Noris, ha avviato una collaborazione con Olmes Carretti, nome legato ai più significativi fenomeni d’abbigliamento giovanile dell’epoca.

Un nome su tutti? Best Company, ma anche Henri-Lloyd, tanto che per l’azienda di Noris il designer ha creato «The Voyager», una giacca sportswear con la termosaldatura del cappuccio, il tessuto antivento e idrorepellente, inserti in poliuretano.

Un capospalla che ricorda il mitico giaccone Henri-Lloyd e che va a diversificare la collezione della MC2, legata al mondo del beachwear. «L’idea è quella di offrire un capo per chi va in barca, ma che può essere utilizzato anche in città – spiega il 40enne bergamasco -. Siamo partiti nel 2001 con i costumi e ora la collezione si è estesa a bermuda, t-shirt, accessori per la spiaggia e tutta una linea di camicie realizzate con i cotoni e il denim Albini».

Il Cotonificio di Albino non è l’unico partner dell’azienda che ha sede a Milano: «Bergamo resta una base importante e quasi tutti i nostri dipendenti arrivano dal territorio orobico – spiega Noris -. In Valle Seriana c’è anche il nostro magazzino e collaboriamo con laboratori locali per la realizzazione di alcune linee. Tra i nostri più importanti fornitori la Carvico e la Sitip di Cene». La produzione è internazionale: «Produciamo in Europa ma anche in India e Nord Africa – continua Noris -. All’anno realizziamo 400 mila capi». Con una crescita esponenziale: «Abbiamo 19 monomarca in Italia e all’estero, il bacino del Mediterraneo è la nostra forza; anche l’e-commerce su www.mc2saintbarth.com sta incrementandosi». Gli obiettivi del 2016 sono ambiziosi, con tre aperture tra cui una negli Stati Uniti: «Aver diversificato il prodotto, ma senza mai abbandonare il nostro business core del beachwear, ci ha reso solidi e abbiamo acquisito anche più potere commerciale con un’organizzazione snella e un prodotto moderno». L’esempio è il «pacchetto famiglia» con costumi coordinati oppure collaborazioni modaiole come quella con Italia Independent, oltre all’autorizzazione dell’uso delle fantasie Disney. Ora lo stile di Carretti: «È come rivivere la storia di alcune delle più importanti icone di moda con cui tutti siamo cresciuti sullo sfondo di un’Italia che “andava a mille”». Guardando al futuro: «I suoi sono capi che danno riconoscibilità, rafforzando il brand».

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