Bergamo Historic Gran Prix
Domenica rombano i motori

Via dal tunnel del Pantano, a tutta velocità giù per la discesa della Boccola, prima di affrontare la temutissima chicane del Lantro, che porta alla curva di San Lorenzo.

Accelerazione su viale della Fara, sterzata a destra per affrontare la curva di Sant’Agostino, che immette sulla risalita verso Colle Aperto. Poi chicane di San Giacomo e lunghissimo rettilineo su per le Mura, lungo il quale si raggiungono velocità vertiginose. Ma attenzione: perché al culmine c’è la stretta curva del Seminario, che precede di poche centinaia di metri l’arrivo in Colle Aperto.

Un percorso che fa venire il cuore in gola solo a leggerlo, figuriamoci ad affrontarlo in gara, alla guida di automobili d’epoca, che hanno partecipato alle principali competizioni automobilistiche della storia. Tutto questo è il Bergamo Historic Gran Prix, che domenica giungerà all’edizione numero 11, il cui prestigio non può prescindere dallo straordinario scenario di Città Alta, dove si svolge la corsa, e dall’aspetto più prettamente tecnico del circuito vero e proprio, considerato dagli esperti il più completo, per la presenza di curve complicate e rettilinei velocissimi.

Il tutto racchiuso in 2.920 metri: un’arena, uno stadio naturale che sembra costruito apposta (anche) per una corsa di automobili. Il timbro ufficiale e prestigioso sullo spessore di questa corsa fu dato da Tazio Nuvolari, quando vinse l’edizione del Gp nel 1935: disse che i bergamaschi possedevano un circuito migliore anche di quello di Montecarlo, il più celebre a livello mondiale tra quelli su strade di città.

In totale sulla griglia di partenza si presenteranno 126 tra automobili e motociclette. Le auto iscritte sono 80, suddivise tra monoposto, anteguerra, Jaguar e gran turismo. Le moto che saranno al via, invece, sono 46, tutte riunite in un’unica categoria.

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